Intelligenza artificiale, studiare il cervello dei gamer per addestrare l’IA

Negli Stati Uniti è partito un progetto dove si studia il cervello di gamers mentre giocano, per addestrare l'intelligenza artificiale in ambito militare

Nel corso degli ultimi anni, l’intelligenza artificiale è migliorata sempre più, oltre a essersi diffusa in tantissimi ambiti, come in quello sanitario, nelle case, nei prodotti tecnologici ecc. Ora, gli Stati Uniti, stanno pensando di utilizzarla anche in ambito militare, utilizzandola per controllare e preparare strategie militari per una flotta composta da soli ed esclusivamente robot.

Lo studio è stato finanziato con oltre 300.000 dollari dalla DARPA, l’agenzia del governo di Washington che si occupa di progetti speciali in ambito militare e strategico. Esso consiste nel far partecipare un determinato numero di gamer, ovvero ragazzi che giocano molto ai videogiochi, fargli fare partite per almeno 5/10 minuti ad un videogioco di strategia proposto, e nel frattempo gli scienziati sottoporranno il cervello dei gamer a elettroencefalogramma, e registreranno il movimento dei loro occhi sullo schermo con telecamere ad alta velocità.

Addestrare l’intelligenza artificiale tramite i gamer

Lo studio ha incluso 25 gamer professionisti, con grande successi in questo settore. L’obiettivo è quello di creare una IA capace di controllare una flotta militare composta da almeno 250 robot, in ambienti mutevoli ed imprevedibili.

Questo perché solo le persone possono escogitare strategie per adattarsi a determinate situazioni, soprattutto se devono essere fatte in un breve lasso di tempo. ” La maggior parte delle applicazioni pratiche dell’AI che vediamo oggi sono confinate ad ambienti deterministici, dove è relativamente facile prevedere l’evoluzione del sistema” spiegano i ricercatori alla stampa. “Ma come si comporterebbero in un ambiente reale?”.

L’obiettivo del progetto statunitense non è quello di creare un software capace di controllare nel dettaglio le azioni di centinaia di macchine contemporaneamente, bensì deve essere capace di coordinarne il comportamento, grazie a una visione d’insieme del sistema nel suo complesso.