Internet è in pericolo. Sono molti gli analisti preoccupati dalla fase che sta vivendo la rete, mai apparsa così fragile e schiacciata tra numerose problematiche. In questi mesi si è fatto un gran parlare di fake news, bullismo e trattamento dei dati personali non sempre trasparente. Stavolta ad allarmarsi non è una persone qualunque ma Tim Berners-Lee.
Forse questo nome non dirà molto a buona parte del pubblico, ma questo informatico londinese è considerato, insieme a Robert Cailliau, l’inventore del World Wide Web. Chi meglio di lui può comprendere lo stato di salute di una creatura che ha contribuito a creare? Il quadro non è affatto roseo, scopriamo insieme cosa ha dichiarato Berners-Lee.
Berners-Lee vuole un internet più trasparente
Berners-Lee ha affidato le proprie preoccupazioni a un articolo sul prestigioso giornale inglese The Guardian, l’informatico britannico ritiene che il web rischi di allontanarsi dalla natura originaria. Fake news, pochi che gestiscono i dati di molti e messaggi politici che poco hanno in comune con le ragioni che hanno accompagnato l’ascesa di internet.
Quella che doveva essere una “piattaforma aperta” si è tramutato in un costo elevatissimo per tutti gli utenti, che pagano sena saperlo e pagano donando pezzi della propria viva. Innegabile il grande business legato ai dati personali, un affare da milioni di dollari, senza dimenticare le ripercussioni in termini di privacy, visto che sempre più governi si servono di queste informazioni per monitorare i cittadini.
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Utenti che non hanno più il controllo di se stessi e un giro d’affari mosso dalla logica del click, un meccanismo che si lega a un’informazione basata su fake news e sensazionalismo come rapidi mezzi per monetizzare. Questa situazione, contestualmente al crollo verticale dei mezzi di comunicazione tradizionali, finiscono per offrire all’utente un’informazione distorta, anzi pericolosa.
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I politici si servono sempre più di questi mezzi, come sottolinea l’inventore di internet, fornendo informazioni personalizzate in base all’utente e senza la necessità di messaggi coerenti. Non è semplice invertire la rotta e Berners-Lee non si fa illusioni, tuttavia c’è qualcosa da fare. Tre le soluzioni principali riscontrate.
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La prima è obbligare le aziende a una maggiore trasparenza nella gestione dei dati personali, magari sviluppando soluzioni a pagamento. Giusto l’atteggiamento di Google e Facebook, che si stando facendo sentire per quanto riguarda le fake news, ma i social network devono prendersi le proprie responsabilità perché sono complici di tale tendenza.
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Per risolvere il problema legato alla comunicazione politica bisogna combattere nel quotidiano. Difficile contenere questo fenomeno, ma almeno bisogna farsi sentire con chi condivide contenuti infondati. Internet ci offre contenuti su misura, ma il padre di internet ci invita a uscire dalla bolla, senza cerca ulteriori conferme su ciò che già pensiamo.