L’anno in via di conclusione potrebbe concludersi, qualora i capi d’accusa venissero confermati, nel peggiore dei modi per Apple finita al centro di un’azione legale con una class action per presunti aggiornamenti volutamente difettosi sulle vecchie generazioni smartphone, con in prima fila gli utenti di iPhone 4s.
La legal action, avviata in USA seguendo un modello funzionale che aveva visto nell’occhio del ciclone anche Google per concorrenza sleale sui propri servizi web, ipotizzerebbe una volontà diretta da parte di Apple di fornire update iOS contenenti bug e rallentamenti mirati per forzare gli utenti al ricambio iPhone con un meccanismo di fidelizzazione studiato per incrementare e stimolare le vendite.
iPhone 4s: obsolescenza software programmata per stimolare le vendite
Uno dei punti di maggior discussione riguarda proprio i major update iOS – come accaduto nel caso dell’ultima release di iOS 9 con svariati bugs – rilasciati subito dopo il lancio di un nuovo iPhone giustificando l’esclusività della nuova interfaccia OS, omogeneizzando un firmware capace però di rendere in modo differente.
Sugli smartphone di precedente generazione, in particolare sui modelli dell’ultimo biennio a ritroso, la prestazioni registrerebbero sempre gli stessi problemi identificati in un rallentamento generale della fluidità, impossibilità di poter sfruttare alcune app primarie ed interruzioni nell’esecuzione di varie attività anche semplici come la messaggistica, la gestione dei contatti ed il controllo delle email.
Difetti mirati – secondo l’accusa – non tanto per interrompere il naturale utilizzo smartphone, quanto per creare disagio all’utente convinto progressivamente ad effettuare l’acquisto di un nuovo modello pur di non perdere dati e vantaggi acquisiti attraverso l’utilizzo dei software Apple, sfruttando i sistemi di trasferimento dati in cloud ed i programmi di rivalutazione dell’usato iPhone investendo chiaramente delle cifre ritenute congrue per il cambio rispetto la scelta e l’acquisto di modelli alternativi.
Downgrade iOS e riduzione servizi app: la politica aggressiva a (forse) conferma della tesi
Una delle principali critiche mosse da anni ad Apple risiede proprio nel downgrade software, una caratteristica possibile altrove ma non sugli iPhone che una volta ricevuti gli aggiornamenti software restano in tale stato con difetti e problematiche senza che vi sia mai un effettiva risoluzione, se non per l’appunto il cambio smartphone.
L’assenza di una politica, da parte di Cupertino, per la risoluzione del problema causato proprio dagli aggiornamenti si associa inoltre alla progressiva riduzione delle app disponibili e retro-compatibili rendendo lentamente il proprio iPhone inutilizzabile o poco proficuo, specialmente per chi vi ci lavora.
Aspetti che nell’insieme fortificano la class action statunitense, avviata dai possessori di iPhone 4s per iOS 9 ma che presto potrebbe estendersi come meccanismo generale a tutti gli utenti Apple che nel tempo hanno effettuato la rivalutazione dell’usato per l’acquisto di uno smartphone di nuova generazione, prospettando un inizio 2016 davvero negativo per Cupertino. Fonte: BGR