Foxconn è un’azienda fondata negli anni 70 da Terry Gou, inizialmente si occupava di componenti per televisori, poi è passata all’informatica, fino ad arrivare alla ribalta internazionale nell’ultimo decennio. Gran parte della notorietà che l’azienda taiwanese ha ottenuto è dovuta alla produzione di iPhone, spesso e volentieri per fatti drammatici. Ma mai prima di oggi si era parlato di iPhone rubati.
Alcuni anni fa i casi di suicidio in ditta hanno fatto il giro del mondo, l’azienda di Nuove Taipei è finita nel mirino a causa di condizioni lavorative non certo in linea con gli standard occidentali. I dirigenti garantiscono di aver lavorato per risolvere la questione e risultati ci sono stati, tuttavia in queste ore il nome di Foxconn è tornato in bella mostra sulla stampa internazionale.
Traffico di iPhone rubati: Foxconn nei guai
Oltre 5700 iPhone rubati, un giro d’affari che valeva centinaia di miglia di dollari. Dall’azienda che produce gli smartphone targati Apple venivano trafugati i dispositivi, poi rivenduti al mercato nero.
Nei guai è finito un manager taiwanese, responsabile dei test. Era proprio lui a occuparsi della rete di vendita criminale, obbligando otto dipendenti della ditta a vendere al mercato nero la refurtiva.
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La maggior parte dei dispositivi sono prodotti utilizzati per eseguire test, dunque destinati alla demolizione dopo le prove necessarie. Questo losco gioco ha fruttato circa 1,5 milioni di dollari al dirigente criminale, ma gli è andata male perché è stato pizzicato e denunciato dalla stessa Foxconn.