Nella mattinata di ieri il Monte Merapi si è fatto sentire in Indonesia, ma a distanza di meno di un giorno un altro vulcano ha fatto sentire la sua voce, uno con un nome che evoca brutti ricordi: il Krakatoa. Con un fragoroso scoppio ha liberato nell’aria una colonna di fumo e cenere che ha raggiunto diversi chilometri di altezza.
Uno dei siti di monitoraggio che registra le attività di questo vulcano ha definito il tutto come una grande eruzione magmatica. Si tratta della più grande dal 2018. In quel’anno, per chi si ricorda, un evento simile aveva causato un’onda anomala alta fino a 150 metri che per fortuna aveva colpito un’isola inabitata.
Lo scoppio di allora fu così grande e violento che il vulcano stesso esplode perdendo oltre due terzi in altezza. Ovviamente però, la nomea di tale vulcano è legato all’eruzione del 1883 quando un’onda anomala causata dall’evento uccise 36.000 persone.
Il krakatoa erutta ancora
Una delle webcam che puntano verso l’isola vulcano hanno visto la fuoriuscita anche di lava mentre, apparentemente, la colonna di fumo aveva raggiunto i 14 Km di altezza. Plausibile visto che la colonna dell’eruzione più contenuta del Monte Merapi aveva causato un pennacchio di 5 Km.
Lo scoppio, a questo giro, si è sentito nitidamente e a causa delle misure messe in atto per prevenire il contagio da coronavirus. Le attività vulcaniche sono andate avanti per 2 ore, con rumori potenti che si sono fatti sentire a distanze impensabili in un clima normale. Due eruzioni di due vulcani diversi in due giorni sono abbastanza anche per un luogo con così tanti vulcani per spaventare.