Uno scienziato ha condotto un’intensa ricerca di circa 1.650 fotografie di alta qualità e ha scoperto che dietro il famoso dipinto della Gioconda potrebbero esserci dei disegni segreti realizzati da Leonardo Da Vinci.
In 15 anni, Pascal Cotte ha analizzato 1.650 immagini prese da macchine fotografiche high-tech e si è reso conto che, secoli dopo la sua creazione, la Gioconda di Leonardo da Vinci potrebbe ancora avere segreti da rivelare. Attraverso il suo studio, Cotte ha trovato schizzi nascosti in uno dei dipinti più famosi al mondo. Le scoperte dello scienziato sono state pubblicate nel Journal of Cultural Heritage nell’agosto 2020.
Il desiderio di svelare i segreti della Gioconda nasce nel 2004, quando il Museo del Louvre di Parigi permette a Cotte di realizzare scansioni fotografiche dell’opera d’arte. Lo scienziato spiega perché è stato scelto per svolgere il compito dettagliato: “il Louvre mi ha invitato perché ho inventato una nuova telecamera multispettrale ad altissima risoluzione e ad alta sensibilità“.
Da allora, Cotte ha analizzato instancabilmente oltre 1.650 immagini riprese dalla sua macchina fotografica. La fotocamera Lumiere Technology utilizza un metodo di amplificazione per rilevare la luce riflessa a 13 lunghezze d’onda, una tecnica nota come LAM. Il metodo di scansione si basa sulla precedente tecnologia della fotografia a infrarossi.
La nuova fotocamera high-tech ha permesso a Cotte di rilevare le linee di carbone sottostanti nelle aree più chiare del dipinto, attraverso una combinazione di fotografia e riflessografia a infrarossi. “Il sistema ottico consente di vedere dettagli molto fini e l’elevata sensibilità consente un’amplificazione molto elevata“, ha affermato lo scienziato.
Lo studio di 15 anni ha rivelato disegni nascosti sulla Gioconda
La tecnica dello spolvero è un metodo utilizzato per trasferire i primi schizzi di un dipinto sulla tela. Innanzitutto, l’artista esegue dei fori lungo il contorno dello schizzo. Quindi, posiziona il disegno sulla tela e spruzza una polvere fine di carbone, o argilla, attraverso i fori per segnare i contorni.
L’analisi di Cotte della Gioconda segna la prima volta che è stato rilevato uno spolvero nel famoso dipinto, dimostrando così che da Vinci fece uno schizzo prima di creare l’opera. Il disegno mostra una silhouette completamente diversa dalla composizione finale. Se venisse trovato un disegno su carta della Gioconda, probabilmente avrebbe una posa diversa da quella che conosciamo.
Oltre alla posa alterata dello schizzo iniziale, lo studio di Cotte ha anche rivelato le sottolineature a carboncino di una ciocca di capelli disegnata sulla testa della Gioconda. È interessante notare che questo stile di capelli non era di moda a Firenze al momento in cui fu realizzato il dipinto. Questo dettaglio suggerisce che il dipinto non fosse un ritratto, ma un’opera allegorica in rappresentanza di una “donna irreale, come una dea“.
Lo studio di Cotte non è il primo a scoprire la tecnica del sottofondo nelle opere di Leonardo da Vinci. Alcune tracce di spolvero sono state scoperte sulla superficie di almeno altre due opere dell’artista, ovvero la Vergine delle Rocce e San Geronimo.
Ph. credit: Pascal Cotte