Le vitamine sono un micronutriente essenziale per il corretto svolgimento di tutte le funzioni dell’organismo. Ne esistono di numerosi tipi, ognuna con specifiche funzioni, come per esempio la vitamina D, che favorisce il riassorbimento di calcio a livello renale, l’assorbimento intestinale di fosforo e calcio ed i processi di mineralizzazione dell’osso, oltre ad aiutare nei processi neuromuscolari.
Le vitamine, compresa la D, non sono molto diffuse negli alimenti generali, ma si trovano in piccole quantità in alcuni specifici, motivo per cui molti decidono di riempire le carenze usando degli integratori. Non bisogna però esagerare con l’assunzione; scopriamo perché.
Troppi integratori di vitamina D ci fanno fare pipì
Assumere troppi integratori di vitamina D può portare a problemi. Secondo la Mayo Clinic, una delle principali conseguenze della “tossicità” della vitamina D è la minzione frequente. Essa infatti è liposolubile, il che significa che non può essere escreta attraverso la minzione. Se se ne prende troppo, può indurre il sangue a trattenere il calcio, portando a una condizione nota come ipercalcemia (livelli eccessivi di calcio nel sangue).
Questo può portare al bisogno frequente di fare pipì. Altri segni premonitori di ipercalcemia includono nausea e vomito, perdita di appetito e confusione, disorientamento o doppio pensiero. Il SSN raccomanda pertanto, se hai scelto di assumere integratori di vitamina D, di integrare massimo 10 mg al giorno di vitamina, una quantità che va bene per la maggior parte delle persone.
Dice: “Non assumere più di 100 microgrammi di vitamina D al giorno in quanto potrebbe essere dannoso. Questo vale per gli adulti, comprese le donne in gravidanza e in allattamento e gli anziani, e i bambini di età compresa tra 11 e 17 anni. I bambini di età compresa tra 1 e 10 anni non dovrebbero avere più di 50 microgrammi al giorno. I bambini sotto i 12 mesi non dovrebbero avere più di 25 microgrammi al giorno.”