C’è sempre stato un grande dibattito sul fatto se le piante fossero realmente esseri viventi in grado di pensare e ragionare oppure no. Il principe Carlo affermava di riuscire ad entrare in uno stato di relazione con esse, e per questo venne spesso preso in giro. Ma ora sembra che le piante possano essere più intelligenti di quanto pensasse persino il Principe di Galles.
Secondo i ricercatori, in un recente studio, le piante possono contare, prendere decisioni, riconoscere i loro parenti e persino ricordare eventi. E anche se potrebbero non avere un cervello, possono imparare in modo simile agli esseri umani e agli animali.
L’intelligenza delle piante
Il professor Umberto Castiello ha affermato: “Sebbene l’idea che le piante possano comportarsi in modo cognitivo possa sconcertare il pubblico, molti di noi sono sinceramente stupiti dalla complessità delle risposte delle piante. Le prove stanno accumulando nozioni a sostegno che esse possono comunicare, ricordare, decidere e persino contare, tutte abilità che normalmente si chiamerebbero cognitive se fossero osservate negli animali.”
Il professor Castiello ha detto che molti studi mostrano le loro capacità cognitive. Una trappola scoperta di Venere può “contare” il numero di passi compiuti dalla preda. Gli scienziati hanno osservato che la pianta ha intrappolato la preda solo quando un insetto l’ha innescata due volte in 20 secondi. Ciò significa che le piante possono ricordare il primo segnale per un breve periodo. Il motivo per cui le piante devono “contare” i passi della sua preda potrebbe essere quello di evitare di sprecare energia.
Un altro esperimento ha mostrato che la pianta in fiore Mimosa pudica può ricordare di essere stata lasciata cadere. La pianta è stata fatta cadere da 6 a 60 volte di seguito e alla fine dell’esperimento non ha più piegato le foglie in una risposta difensiva, poiché si è reso conto che essere caduta da quell’altezza non avrebbe fatto male.