Un team di ricercatori russo-americani ha rivelato un modo precedentemente sconosciuto attraverso il quale la luce interagisce con la materia, aprendo la strada a potenziali avanzamenti tecnologici. Questa scoperta, presentata in uno studio pubblicato su ACS Nano, rivela che i fotoni possono ottenere una spinta considerevole quando confinati in spazi su scala nanometrica nel silicio.
Secondo Dmitry Fishman dell’Università della California, Irvine (UCI), questa scoperta è di particolare rilievo perché il silicio, il secondo elemento più abbondante sulla Terra e la base dell’elettronica moderna, è stato limitato nelle sue applicazioni nell’optoelettronica a causa delle sue scarse proprietà ottiche. Tuttavia, il silicio poroso e nanostrutturato può produrre luce rilevabile quando esposto a radiazioni visibili.
Lo studio ha rivelato che questa nuova proprietà della luce, identificata attraverso un fenomeno di diffusione Raman elettronica, amplifica l’interazione tra luce e materia, simile a quanto osservato con i fotoni gamma ad alta energia nello scattering Compton classico.
Attraverso esperimenti condotti su campioni di vetro al silicio, i ricercatori hanno osservato variazioni su scala nanometrica nelle proprietà elettroniche, ottiche e termiche. Questi risultati sfidano la nostra comprensione dell’interazione tra luce e materia e potrebbero aprire nuovi orizzonti nell’optoelettronica, aumentando l’efficienza dei dispositivi di conversione dell’energia solare e dei materiali che emettono luce.
In sintesi, questa scoperta rivoluzionaria non solo espande la nostra comprensione dell’interazione tra luce e materia, ma potrebbe anche portare a avanzamenti significativi in una vasta gamma di tecnologie, dalla produzione di energia solare ai dispositivi emettitori di luce.