Nel lontano 1972 la missione Apollo 17 era riuscita con successo a raggiungere la Luna con a bordo un equipaggio. Quest’ultimo ha ovviamente fatto un giro sulla superficie del nostro satellite e prima di tornare sulla Terra hanno anche preso dei campioni di terreno e rocce che sono poi stati portati con loro. In tutto si tratta di 800 grammi di rocce lunari, ma non tutte erano utili ai fini della ricerca la quale però non poteva essere messa in atto subito.
La NASA non ha esattamente condotto delle analisi approfondite sui campioni in quanto riteneva che la tecnologia a disposizione ai tempi non sarebbe stato in grado di fornire le risposte giuste; alcune metodologie avrebbero compresso la roccia e quindi non avrebbe avuto senso andare oltre. Questo settimana l’agenzia spaziale statunitense ha finalmente annunciato di voler e poter iniziare il lavoro.
Giusto in tempo
La scelta, per certi versi, è arrivata in un momento quasi perfetto. Come appena detto le analisi andranno a rovinare, se non distruggere completamente, i campioni. Se ne servissero degli altri probabilmente non dovremo aspettare più di tanto visto che NASA è al lavoro su una missione che riporterà l’uomo proprio sulla Luna, oltre che a mettere in orbita intorno al satellite una stazione spaziale nota come Gateway.
La tecnologia che servirà a questi studi è importante in quanto servirà anche per analizzare altre rocce e non solo del nostro satellite. Una missione giapponese ha recentemente raccolto dei frammenti di roccia da un meteorite e tra diversi mesi dovrebbe iniziare il viaggio di ritorno.