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Maniaci della privacy? Ecco a voi lo smartphone che si autodistrugge

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I temi legati alla privacy stanno assumendo enorme importanza negli ultimi tempi, soprattutto alla luce delle vulnerabilità connesse al nostro uso dello smartphone. Il telefono infatti custodisce parte rilevante della nostra vita, dal lavoro agli affetti, tanti sono i dati personali che rischiano di finire sotto occhi indiscreti.

Non è facile trovare la soluzione, ma i ricercatori del KAUST ci hanno pensato. Ok, forse è un metodo troppo radicale, ma uno smartphone in grado di autodistruggersi è la soluzione definitiva per quanto riguarda la privacy. Un progetto che può suonare folle, roba da film con 007, tuttavia potrebbe rappresentare la base per progetti futuri molto interessanti. Scopriamo insieme di cosa si tratta.

Uno smartphone da 007 per difendere la privacy

L’Università di Scienza e Tecnologia in Arabia Saudita sta mettendo a punto una tecnologia che rende lo smartphone inutilizzabile tramite segnali wireless, il tutto nel giro di una manciata di secondi. Si tratta di un progetto adattabile alla stragrande maggioranza degli smartphone in commercio e questo aspetto rende la tecnologia in questione molto appetibile.

Privacy Smartphone si autodistrugge

Uno smartphone degno di un agente segreto, senza dover intervenire pesantemente sull’hardware del telefono. Questo studio ovviamente non è pensato per i normali utenti, bensì per enti governativi e grandi corporation, soggetti che necessitano di un totale controllo sui dati per non rischiare conseguenze disastrose.

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Il procedimento di autodistruzione viene innescato da un polimero espandibile, che aumenta il proprio volume di quasi sette volte quando la sua temperatura viene portata intorno agli 80 gradi, il materiale in questione viene scaldato da elettrodi connessi alla batteria del dispositivo. L’ovvia conseguenza è la distruzione dei chip ad esso vicini, il tutto avviene nel giro di circa dieci secondi.

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A rendere ancora più interessante questa funzione c’è la possibilità di innescare il procedimento in remoto tramite GPS, magari impostando l’autodistruzione automatica quando il terminale viene portato all’esterno di una determinata area. Possibile anche far partire l’autodistruzione tramite l’esposizione a una forte luce diretta.

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Si pensa anche ad un’app per smartphone, in grado di inviare l’impulso al device in questione tramite un semplice comando. I lavori sono ancora in fase sperimentale, ma i ricercatori del KAUST si dicono ottimisti. Il kit per permettere allo smartphone di autodistruggersi avrebbe pure un costo molto contenuto, parliamo di circa 15 dollari.

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