Microsoft, l’azienda statunitense che si occupa principalmente di software, come Windows, ha un rapporto con i bug tecnici molto conflittuale. Spesso, infatti, il proprio software viene colpito da problemi tecnici e risolti solo dopo settimane con aggiornamenti specifici.
Un esempio è l’aggiornamento di Ottobre 2018 di Windows 10, che ha portato alla luce moltissimi bug tecnici, poi risolti, come per esempio la cancellazione di file dal pc, problemi di mappatura di rete e di estrazione file .zip, problemi con i dispositivi con i driver Intel ecc.
Ecco da dove derivano i bug per Microsoft
Secondo Microsoft, il 70% dei problemi tecnici riscontrati sui propri dispositivi derivano da problematiche di sicurezza riguardanti la gestione della memoria. Questi problemi sono quelle applicazioni che accedono alla memoria del S.O. in modalità tali da non comportare errori. I successivi bug si verificano quando un software, accidentalmente o per errore, accede a locazioni di memoria non collocate. Alcuni esempi sono i bug di buffer oveflow, race condition, puntatore nullo, esaurimento/corruzione heap ecc.
Secondo i tecnici della multinazionale di Redmond, la percentuale è così alta perché Windows è scritto principalmente in linguaggio C e C++, poco sicuri dal punto di vista della gestione di memoria ma ottimi per controllare nel dettaglio tutti i vari processi. Grazie a questi bug, la maggior parte di hacker sfrutta queste falle per sviluppare exploit, ovvero codici che sfrutta la falla per eseguire un codice malevolo e, il più delle volte, per prendere il controllo del dispositivo. Nonostante Microsoft cerca continuamente di risolvere questi problemi, ciò non ferma gli innumerevoli tentativi di attacchi hacker-