Purtroppo, sono presenti tante tipologie diverse di virus che possono colpire le persone, alcuni di minore importanza, come per esempio l’influenza classica, altri più seri, come per esempio il morbillo. Quest’ultima è una malattia infettiva altamente contagiosa che colpisce quasi sempre i bambini, e che può essere anche mortale, se non fatte le adeguate sedute vaccinali.
Quindi, i paesi più a rischio di grandi epidemie sono quelli più poveri e con minore sanità. Samoa, infatti, ha sollevato uno stato di emergenza di sei settimane, che è stato messo in atto in seguito a un’epidemia di morbillo che ha ucciso 81 persone e infettato oltre 5.600.
L’epidemia di morbillo in Samoa
Solo 200.000 persone vivono nella nazione insulare del Pacifico meridionale e i tassi di vaccinazione sono molto più bassi rispetto ai paesi vicini. Come logico presupporre, la maggior parte delle vittime dell’epidemia erano neonati e bambini piccoli. I tassi di infezione si sono rallentati all’inizio di questo mese dopo che una vaccinazione ha spinto i tassi di immunizzazione verso il 95%. Secondo le agenzie umanitarie, questo è il livello richiesto per avere “l’immunità del gregge” contro la malattia. Sotto gli ordini di emergenza messi in atto il mese scorso, le scuole sono state chiuse, i viaggi e le riunioni pubbliche sono stati limitati e le bandiere rosse sono state collocate fuori dalle case delle persone che non erano state vaccinate.
Nelle Samoa, i bassi tassi di vaccinazione sono in parte dovuti alla morte di due bambini nel 2018. Le morti sono state erroneamente attribuite alla vaccinazione contro il morbillo, la parotite e la rosolia (MMR), ma in realtà sono state causate da infermieri che mescolano il vaccino con un miorilassante invece dell’acqua.
Ma ciò ha sollevato paure locali intorno ai vaccini e sono stati sfruttati da attivisti anti-vaccinazione, noti anche come “anti-vaxxer”, erroneamente ancora convinti che i vaccini non servano. Il noto anti-vaxxer Edwin Tamasese è stato arrestato a Samoa all’inizio di questo mese e accusato di incitamento contro un ordine del governo.