Un gruppo di scienziati volontari, grazie ai dati raccolti dal telescopio spaziale Kepler della NASA, hanno individuato un pianeta di dimensioni quasi pari al doppio di quelle della Terra, situato nella zona abitabile della sua stella: la gamma di distanze orbitali che permette la presenza di acqua allo stato liquido sulla superficie del pianeta.
Non è stato ancora determinato se il nuovo corpo, noto come K2-288Bb, abbia una superficie rocciosa o gassosa come Nettuno, ma ha sicuramente una dimensione inconsueta. Adina Feinstein, una studentessa dell’Università di Chicago che ha discusso la scoperta lunedì 7 Gennaio, alla 233a riunione della American Astronomical Society di Seattle ha dichiarato: “È una scoperta molto emozionante a causa di come è stato trovato, della sua orbita temperata e perchè i pianeti di queste dimensioni sembrano essere relativamente rari”.
Lontano, ma neanche troppo
Il pianeta è situato nel sistema stellare conosciuto come K2-288, a circa 226 anni luce dalla costellazione del Toro. Il sistema contiene due stelle di tipo M scarsamente luminose, divise tra loro da una distanza di circa 8 miliardi di chilometri (circa sei volte la distanza tra Saturno e il Sole). La stella più piccola, le cui dimensioni sono circa un terzo della massa e delle dimensioni del Sole, è quella a cui ruota intorno il nuovo pianeta con un orbita di circa 31 giorni.
Gli scienziati hanno esaminato i dati della quarta campagna di osservazione della missione K2 di Kepler ritenendo insufficienti i suoi due possibili transiti planetari del sistema richiedendone un terzo. Purtroppo non c’era un terzo segnale nelle osservazioni esaminate successivamente il team si è accorto che non stava prendendo in considerazione tutti i dati. Le prime versioni del software utilizzato per preparare i dati per l’analisi del pianeta ignoravano i primi giorni di osservazioni effettuati nella modalità K2 di Kepler, tra il 2014 e il 2018, dato che la navicella si è riposizionata per puntare a una nuova zona di cielo e si temeva che questo riposizionamento causasse errori sistematici nelle misurazioni.
Schlieder, un coautore del carta ha spiegato quanto sia importante ricontrollare i transiti attraverso l’occhio umano affermando: “Alla fine abbiamo riusato tutti i dati delle campagne precedenti attraverso il software modificato e abbiamo ripetuto la ricerca del pianeta per ottenere una lista di candidati” Infine i dati rielaborati sono stati mandati direttamente a Exoplanet Explorers, un progetto volto ad osservare i dati K2 di Kepler per individuare nuovi pianeti in transito.
Nel maggio 2017, i volontari sono riusciti ad individuare i dati del terzo transito mancante. Il team ha iniziato le osservazioni di follow-up utilizzando lo Spitzer Space Telescope, l’Infrared Telescope Facility della NASA e il telescopio Keck II presso l’Osservatorio W. M. Keck esaminando inoltre i dati della missione Gaia dell’ESA. Quest’ultimo ritrovamento mostra come i dati forniti da Kepler possano favorire ulteriori scoperte mentre la ricerca di nuovi pianeti e corpi celesti viene affidata al nuovo il Transiting Exoplanet Survey Satellite della NASA.