Un paio di settimane fa, più precisamente il primo di novembre, era stata pubblicata una ricerca che aveva come focus il riscaldamento degli oceani. Lo studio aveva rivelato come i dati precedentemente raccolti e le conclusioni che si erano tratte avevano dipinto un quadro più ottimistico rispetto alla realtà dei fatti. Apparentemente i nostri oceani si riscaldavano ad una velocità più alta del previsto.
I membri del team hanno dovuto fare un momentaneo dietrofront a seguito della segnalazioni arrivate. Il lavoro svolto conteneva degli errori sistematici nelle misurazioni dell’ossigeno. Solo con un successivo ricalcolo si potrà essere certi di quello dichiarato nello studiato, ma gli autori continuano a sostenere che il risultato finale potrebbe non essere troppo dissimile da quello sbagliato.
Fidarsi della scienza
Ecco una dichiarazione del co-autore Ralph Keeling: “Ci aspettiamo che l’effetto combinato di queste due correzioni abbia un impatto minimo sui nostri calcoli sull’assorbimento di calore complessivo, ma con margini di errore più ampi. Stiamo rifacendo i calcoli e preparando le correzioni dell’autore per la sottomissione alla natura.”
Per quanto si tratta di errore minimo e quasi immediatamente individuato, arriva in un momento particolare del rapporto tra il pubblico e la scienza. Sempre più individui stanno mettendo in dubbio le ricerche di esperti mettendo a rischio vite e infiammando il dibattito pubblico. Errare umano e può capitare a tutti, l’importante è individuare tale errore e correggerlo. Se i nuovi dati mostrassero un risultato opposto a quello previsto allora ci dovrebbe essere una ritrattazione, ma per il momento bisogna solo avere fiducia di chi è più esperto di noi.