Aziende del calibro di Samsung Display ed LG Electronics stanno movimentando le loro basi di produzione affinché si possano realizzare, entro e non oltre il 2020, mercati che contino su una presenza massiva nel settore mobile degli OLED screen da rilasciarsi per soluzioni domestiche da intrattenimento TV, smartphone, tablet e, a quanto pare, anche nel settore dell’abbigliamento. Proprio così, non solo wearable, intesi come smartband e smartwatch, ma anche T-Shirt ed altro vestiario.
L’elettronica di consumo, nel medio periodo, vedrà l’introdursi delle nuove tecnologie OLED su larga scala nel comparto mobile device e TV Entertainment, in affiancamento anche all’apertura di un nuovo interessante segmento di mercato che, per ovvie ragioni, potrebbe verosimilmente rendere obsolete le motivazioni iniziali volute per i dispositivi intelligenti di futura generazione.
Di fatto, i ricercatori di KAIST e Kolon Glotech hanno realizzato un prototipo di substrato di tessuto in simil vetro perfettamente in grado di essere flessibile senza modificare o alterare le proprietà intrinseche. In tal senso, realizzare uno smartphone interattivo sulla superficie di un vestito non sarebbe cosa così impensabile. E proprio per questo, sebbene si sia ancora molto lontani dalla realtà, i device così come oggi li conosciamo potrebbero andare in contro ad una seria rivalutazione progettuale di fondo.
Il capo del team di KAIST, tale Choi Kyung-chul, ha dichiarato che:
Gli OLED su tessuti sono più flessibili di quelli su plastica ed hanno anche una maggiore affidabilità, capaci di contribuire allo sviluppo di comodi display indossabili –
Ad ogni modo i problemi non mancano. Il grosso deficit dei display OLED, infatti al momento, è rappresentato dal loro basso indice di durabilità nel tempo che rivela dati utili di 1.000 ore di utilizzo o 3.500 ore in standby. Decisamente troppo poche in ogni caso. Basti pensare, in tale ottica, che un televisore OLED garantisce un tempo medio di vita del pannello stimato in 60-70.000 ore di utilizzo continuo.
Una tecnologia ancora da migliorare, quindi, e per la quale non si hanno, a ragion di ciò, informazioni in merito al suo rilascio. Una soluzione che, esperimento a parte, potrebbe rivelarsi davvero utile in applicazione al mondo dei wearable.