Si ritiene che la Luna si sia formata in seguito ad un forte impatto quando un pianeta delle dimensioni di Marte si è scontrato con la Terra primordiale. Questo oggetto è stato soprannominato Theia, come la Titanessa e dea delle gemme e dei metalli preziosi, e madre della Selene (la Luna) nella mitologia greca. Una nuova ricerca ora suggerisce che Theia non è completamente scomparsa: enormi frammenti di questo oggetto potrebbero ancora giacere sepolti all’interno del nostro pianeta.
Intorno al nucleo terrestre, gli scienziati ritengono che vi siano due grandi strutture chiamate Province a Bassa Velocità di Taglio (LLSVP). Uno è sotto l’Africa occidentale e l’altro sotto il Pacifico. Hanno uno spessore di 1.000 chilometri e si estendono per diverse migliaia di chilometri. Alcuni ricercatori ora credono che questi possano essere giganteschi frammenti di Theia. “Questa folle idea è possibile”, ha dichiarato a Science Qian Yuan, uno studente di dottorato in geodinamica presso l’Arizona State University. La scorsa settimana Yuan ha presentato la sua ricerca alla 52a Conferenza sulla Scienza Lunare e Planetaria.
Un pianeta sepolto al di sotto della Terra: solo supposizioni o realtà?
L’idea che queste strutture fossero frammenti di Theia è stata discussa in precedenza, ma questo nuovo lavoro combina diversi elementi di prova in uno scenario coerente. Theia si è fusa con la Terra e i loro nuclei si sono combinati in uno solo. Le simulazioni condotte dai ricercatori mostrano che il mantello di Theia era un po’ più denso di quello terrestre e questo avrebbe permesso a gran parte del suo mantello di sopravvivere. L’intervallo delle simulazioni suggerisce rocce dall’1,5 al 3,5% più dense di quelle terrestri. Studi precedenti hanno suggerito che la densità di LLSVP rientra in tale intervallo.
La simulazione suggerisce anche che Theia potrebbe essere più grande di quanto si pensasse in precedenza, forse grande quanto la Terra. Dopotutto, gli LLSVP contengono sei volte più massa dell’intera Luna. Quindi il dispositivo di simulazione, se queste strutture provengono dallo spazio, deve essere stato piuttosto massiccio. Sebbene le prove presentate forniscano un bel quadro, ci sono ancora molte domande aperte riguardo a queste strutture che potrebbero avere un impatto su questa interpretazione.
L’interno del nostro pianeta viene studiato utilizzando onde e modelli sismici, quindi potrebbero esserci errori in agguato, creando un quadro meno preciso. Gli LLSVP potrebbero non essere così spessi o densi o costruiti nel modo in cui crediamo che siano. Il lavoro è stato sottoposto alla revisione a Geophysical Research Letters e sicuramente continuerà a essere discusso. Gli LLSVP sono una fonte di continuo interesse, sono stati persino considerati come una potenziale fonte di una futura super eruzione.
Ph. Credit: NASA