The Pirate Bay, il noto portale al centro delle vicende legate alle violazioni di copyright soggette alla verifica degli organi di competenza in materia di lesione dei diritti digitali, rilascia sconcertanti news in merito alle indagini condotte dalla polizia.
The Pirate Bay: La vicenda
Il raid condotto dalle forze di polizia svedese avrebbe portato tempo fa alla luce degli illeciti portati avanti e perpetrati dalle personalità legate al canale di trasmissione torrent The Pirate Bay. Il portale sarebbe perciò stato sequestrato e reso inaccessibile attraverso il blocco incondizionato degli indirizzi DNS dei server in questione con pesanti conseguenze legali a carico dei dirigenti della nota piattaforma di diffusione torrent. Il motore di ricerca sarebbe stato oscurato dalle forze dell’ordine ed i server sequestrati. Ma, come la stessa The Pirate Bay sta facendo sapere, le cose non sono andate esattamente così…
The Pirate Bay : Trapela la verità
La baia dei pirati, secondo quanto emerso da un recente articolo apparso su TorrentFreak, avrebbe vissuto vicende che non risponderebbero in alcun modo ai fatti posti in essere dai media e dalle stesse forze dell’ordine coinvolte. Pare in fatti che il raid poliziesco nei confronti di The Pirate Bay non ci sia mai stato e che l’oscuramento della piattaforma sia stato effettuato solo in via precauzionale lasciando perciò intonsi i server della piattaforma.
Si ha conferma perciò del fatto che The Pirate Bay sia stato soggetto alla chiusura di un solo ed unico server posto tuttora sotto confisca. Dunque lo staff di The Pirate Bay non ha dovuto ricreare dal nulla, frammento per frammento, l’imponente database di file ma semplicemente ha ampliato la sua infrastruttura di rete adattandola a nuove metodiche di protezione grazie alla creazione di una struttura in cloud.
Provato per le vicende emerse ai danni di uno dei suoi server, cui era indirizzato il raid poliziesco (Server EZTV), The Pirate Bay ha perciò deciso di deviare tutto il flusso dati verso un hosting provider in cloud. Ecco spiegato il buco di due mesi di assenza del portale in rete. Il portale ci tiene ad informare che nessun dato è stato perso durante il trasferimento anzi i contenuti sono sempre più ricchi ed ora protetti da intromissioni esterne. Lo prova il fatto che, nelle descrizioni dei file, sono ancora presenti i commenti originali degli utenti così come erano stati al tempo lasciati.
Ma perché rivelare tutto adesso a mesi di distanza? La risposta è da ricercare in fattori lagati alla sicurezza. Questo avviene perché adesso è improbabile che le informazioni ledano i membri dello staff a causa del tempo trascorso.
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