La plastica è ormai indispensabile per noi, motivo per cui a livello globale abbiamo dovuto affrontare enormi sfide per mantenere contenuta la produzione di rifiuti plastici mantenendo gli stili di vita esistenti. Ora, proprio nel mezzo della pandemia di Covid-19, l’uso della plastica ha fatto registrare un nuovo, importante aumento. Ma mentre la pandemia è temporanea, l’inquinamento da plastica durerà ancora molto a lungo, afferma il dottor Fenwei Xie, dell’Università di Warwick, nel Regno Unito.
Dal 2018, quando la Cina ha iniziato a vietare l’importazione di rifiuti di plastica, i paesi più industrializzati hanno in parallelo ridotto la produzione di rifiuti di plastica. Questi divieti sono stati introdotti al fine cercare di limitare al massimo la diffusione sul mercato di prodotti monouso come sacchetti, cannucce e posate. Tuttavia, alla luce della pandemia ancora in corso, potremmo aver bisogno di prendere coscienza di questo esponenziale aumento. Il futuro sarà quindi ancora all’insegna della plastica? La domanda di dispositivi di protezione individuale, composti quasi esclusivamente di plastica, è infatti in costante aumento, in particolare di guanti, essenziali per gli operatori sanitari.
In questo momento non possiamo fare a meno di questi dispositivi, ma urge pensare ad un futuro meno dipendente dalla plastica
Mentre i guanti in lattice sono biodegradabili, ma quelli in nitrile e vinile realizzati con polimeri sintetici non lo sono. Se gli operatori sanitari continuassero ad utilizzare solo guanti in lattice, è improbabile che l’uso di tali materiali possa incidere in maniera rilevante sull’ambiente. Tuttavia, ci sono molti altri strumenti impiegati in ambito sanitario che sono a base di polimeri sintetici e quindi non rispettosi dell’ambiente; ad esempio, il materiale più utilizzato per la produzione di maschere chirurgiche è un polimero soffiato a fusione, il polipropilene, che può proteggere efficacemente dai microbi. Per lo stesso motivo, il polipropilene è anche ampiamente utilizzato per realizzare indumenti protettivi per il personale medico.
Fino a questo punto, inoltre, abbiamo raggiunto solo un tasso di riciclaggio della plastica inferiore al 10% e l’attuale pandemia potrebbe evidenziare problemi di sicurezza per gli operatori addetti al riciclaggio dei rifiuti. Certo è che la plastica è ancora indispensabile, soprattutto per proteggere la nostra salute in questo momento storico particolarmente delicato, ed è proprio questo il motivo per cui dobbiamo ora più che mai cercare di adottare uno stile di vita alternativo per non aggravare una situazione già seria. Se non intraprendiamo azioni urgenti e adeguate ora che siamo ancora in tempo, l’inquinamento da plastica avrà un impatto tremendo e a lungo termine non solo sulla nostra salute, ma anche sulla fauna selvatica e sugli ecosistemi.