Polistirolo, trovato un modo non inquinante per scomporre i rifiuti

Un gruppo di scienziati ha trovato un nuovo metodo ecologico e sicuro per degradare i rifiuti di polistirolo

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Foto di Andrew Martin da Pixabay

Un team di scienziati ha scoperto un processo ecologico a basso consumo energetico per abbattere il polistirolo, un tipo di plastica ampiamente utilizzato nei materiali di imballaggio in schiuma, contenitori per alimenti usa e getta, posate ecc. Esso fa parte di un problema globale molto più ampio dei rifiuti di plastica. Ogni anno vengono prodotte centinaia di milioni di tonnellate di polimeri, la maggior parte delle quali viene scartata dopo l’uso. A causa della stabilità chimica e della durata dei polimeri industriali, i rifiuti di plastica non si degradano facilmente nelle discariche e vengono spesso bruciati, il che produce anidride carbonica e altri gas pericolosi.

 

Lo smaltimento non inquinante del polistirolo

Il gruppo di esperti dell’Ames Laboratory ha utilizzato la lavorazione mediante molatura a palle per decostruire il polistirene commerciale in un unico passaggio, a temperatura ambiente, in atmosfera ambiente in assenza di solventi nocivi. La molatura a palle è una tecnica che posiziona i materiali in una fiala di fresatura con cuscinetti a sfera in metallo che viene quindi agitata fino a quando non si verifica una reazione chimica desiderata.

La decostruzione del polistirolo procede attraverso una serie di eventi chimici che comportano il taglio meccanico delle macromolecole, che genera radicali liberi rilevabili nel materiale macinato anche dopo la sua prolungata esposizione all’aria. Gli esperimenti hanno dimostrato che l’aumento di temperatura del materiale durante la macinazione non è responsabile del fenomeno osservato poiché la temperatura all’interno della polvere macinata non supera i 50 °C mentre la decomposizione termica del polistirolo nell’aria inizia a circa 325 °C.

“Questo metodo rappresenta un importante passo avanti che consente lo smantellamento di un polimero contemporaneamente alla sua scomposizione in condizioni ambientali, cioè 300 °C al di sotto della temperatura di decomposizione termica del materiale incontaminato”, ha affermato Viktor Balema, autore principale dello studio. “Riteniamo che questa prova di concetto sia un’entusiasmante possibilità per lo sviluppo di nuove tecnologie di riciclaggio per tutti i tipi di plastica e che contribuirà alla creazione dell’economia circolare”.