Assegnato il premio Nobel per la Fisica a tre scienziati: Barry Barish, Kip Thorne e Ray Weiss, che si sono anche avvalsi della strumentazione italiana per avallare i risultati ottenuti. La sfida, nata oltre 25 anni fa, era quella di riuscire a rilevare e “vedere” le onde gravitazionali, un fenomeno visibile solo quando entrano in gioco forze cosmiche catastrofiche, come ad esempio la coalescenza di due buchi neri.
La coalescenza è il termine tecnico per indicare la “fusione” di due buchi neri. Le onde gravitazionali provocate da questo evento sono state rilevate dalle due antenne Ligo in America e dal nostro rilevatore italiano Virgo, posto nei pressi di Pisa. Una misurazione estremamente precisa e comune a tutti e tre i rilevatori, che ha permesso di chiudere la decennale questione: le onde gravitazionali esistono?
Formulate da Einstein subito dopo la pubblicazione della teoria della relatività, il famoso fisico immaginava lo spazio come un enorme tappeto di gomma dura, in cui le masse potevano deformarlo, a seconda del loro “peso”. Nell’Universo i “pesi massimi” sono appunto i buchi neri, agglomerati che racchiudono centinaia di masse stellari in uno spazio ristretto. Dei mostri talmente densi da cui nemmeno la luce può scappare, una volta catturata.
Kip Thorne è stato il primo visionario a ritenere di dover darsi alla caccia della “balena bianca”, le onde gravitazionali. Quando 25 anni fa propose di iniziare la ricerca su di esse, tanti erano i problemi da affrontare, a partire dalla sensibilità dei rilevatori allora in uso. La tecnica più utilizzata per rilevare le onde gravitazionali è quella di misurare le variazioni in lunghezza di due fasci laser posti a 90° uno rispetto all’altro.
La sensibilità degli strumenti che rilevano variazioni è umanamente incomprensibile: si parla di misurazioni atomiche su distanze chilometriche. Eppure, nonostante la sfida sia stata davvero ardua, oggi siamo qui a festeggiare il Nobel per la Fisica che è stato assegnato al trittico di scienziati che hanno spianato la strada per lo studio delle onde gravitazionali: Kip Thorne, Barry Barish e Ray Weiss.
Si guarda già al futuro: Lisa, un’antenna di satelliti in orbita solare, che permetterà di rilevare le onde gravitazionali con un’accuratezza mai vista prima. Il progetto dovrebbe essere terminato entro il 2034, e a guidarlo c’è l’italiano Stefano Vitale. Nonostante la fuga di cervelli, l’Italia continua a dimostrare il proprio valore nella comunità scientifica internazionale.