Nonostante la conosciamo principalmente per il proprio motore di ricerca e per il sistema operativo mobile di Android, Google è un’azienda a tutto tondo, impegnata nella quasi totalità dei campi dell’informatica. Avendo le “mani in pasta” un pò dappertutto, capita molto spesso che le innovazioni tecnologiche partano dalla propria sezione di R&D (ricerca e sviluppo), anche se tale sezione in Google viene chiamata Google X.
Tra i progetti più interessanti che sono stati incominciati negli ultimi anni senza dubbio troviamo il Project Ara, atto a portare il livello di personalizzazione estrema di cui è dotato Android anche a livello hardware negli smartphone | Nuovi dettagli su ‘Progetto Ara’, lo smartphone modulare di Google | ed il Project Tango, atto a fornire un servizio di mappatura 3D di tutto l’ambiente che ci circonda. Oggi vi vogliamo parlare proprio di questo e, nello specifico, nella nuova collaborazione fra Qualcomm e Google per portare alla luce un nuovo prototipo dalle dimensioni di uno smartphone.
Forse non tutti sanno infatti che al momento, l’unico prototipo disponibile ed acquistabile dagli sviluppatori (purtroppo solo negli USA) è un tablet da 7 pollici con display Full HD, SoC Nvidia Tegra K1, 4 GB di memoria RAM e 128 GB di storage interno. Tra l’altro, tale prototipo è stato recentemente protagonista di un abbassamento di prezzo (da 1024 dollari a 512 dollari).
Lo sviluppo di una versione più compatta di un prototipo del Project Tango non può che far piacere agli sviluppatori impegnati nello sviluppo contestuale del progetto. Stando alle informazioni rilasciate dalla stessa Qualcomm, il nuovo prototipo equipaggerà il SoC Qualcomm Snapdragon 810 (il top di gamma attuale), dotato di una CPU octa core a 2 Ghz di frequenza massima e di una GPU Adreno 430. Sarà proprio questa componente a venire maggiormente stressata durante la mappatura in 3D dell’ambiente, per cui sarà interessante vedere come se la caverà in paragone con Nvidia Tegra K1.
Ma come funziona il progetto di mappatura 3D del Project Tango?
Avvalendosi di una serie di fotocamera e sensori in grado di catturare, oltre alle immagini dell’ambiente circostante, anche numerosi altri dati, come per esempio la profondità di campo, ed insieme a degli speciali algoritmi di riconoscimento, è possibile ricreare un modello virtuale di ciò che inquadriamo.
Google non è di certo l’unica azienda impegnata in un progetto del genere. Basti ricordare Intel che ha già portato la propria tecnologia Intel RealSense a bordo di numerosi notebook e tablet già arrivati sul mercato.