Recensione Panasonic Lumix G90: perfetta per iniziare a fare video

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La Panasonic Lumix G90 vuole essere la più valida alternativa alla Panasonic Lumix GH5, ancora la regina del settore delle mirrorless micro quattro terzi, ed amatissima da milioni di videomaker in tutto il mondo. Il prezzo di vendita è ridotto, ma sarà in grado di fornire prestazioni complessivamente all’altezza?

Esteticamente la Panasonic Lumix G90 è sicuramente più piccola della “rivale”, raggiunge infatti 130,4 x 93,5 x 77,4 millimetri di spessore, per un peso di 533 grammi comprensivo di scheda SD e batteria. E’ piccola, leggera e trasportabile anche in una piccola borsetta; il corpo è composto da lega di magnesio, resistente a pioggia polvere; nella parte anteriore troviamo una impugnatura salda ed importante, garantisce una presa davvero confortante e convincente, riuscendo a promettere un tranquillo utilizzo con una mano anche per lungo tempo.

Il design è il classico Panasonic, sulla parte superiore troviamo tutta la pulsantistica con le ghiere personalizzabili, il drive per la modalità di scatto e per spostarsi tra le varie funzionalità. Il tasto di registrazione è stato posizionato nella parte superiore, è forse leggermente troppo poco in rilievo, potrebbe essere difficile raggiungerlo se non si guarda dove si sta effettivamente premendo.

 

Hardware e caratteristiche tecniche

La Panasonic Lumix G90 è una mirrorless con sensore micro quattro terzi (dimensioni 17,3 x 13 millimetri), MOS Live da 21,77 megapixel con filtro a colori primari; questi è affiancato dal venus engine, per la realizzazione delle immagini.

L’otturatore con piano focale permette un posa oscillante tra 1/1600 60 secondi, effettivamente troppo ridotta, se considerate che stiamo parlando di una macchina fotografica quasi professionale. Lo stesso discorso vale per lo scatto continuo, si ferma a 9 fps con autofocus bloccato al primo scatto (altrimenti scende a 6 fps); per dovere di cronaca, ricordiamo essere presente la modalità 4K Photo 30fps, nella quale il sistema estrae foto da 8 megapixel da video in 4K a 30 fps.

Integra uno stabilizzatore ottico direttamente sul sensore, pronto a diventare Dual I.S a 5 assi nel momento in cui si installerà un obiettivo con stabilizzatore, poiché il sistema combinerà le due specifiche, fornendo risultati effettivamente superiori alla media per una compensazione del movimento fino a 5 step.

Nella parte posteriore non manca il mirino LVF OLED da 2,36 milioni di punti, con copertura campo visivo del 100% e ingrandimento 0,74x. La sua qualità è generalmente buona, non superiore ad altri terminali già osservati ed apprezzati sul mercato (presente anche il sensore occhio per l’attivazione in automatico).

E’ presente un flash integrato, attivabile solo manualmente spostando la levetta posta sul lato sinistro della macchina, mentre posteriormente trova posto un ampio display OLED da 3 pollici (7,66 centimetri di diagonale) completamente orientabile con controllo touch statico. Caratteristica comune a praticamente tutte le Panasonic, il display potrà essere orientato a piacimento, ma non ribaltato come accade nelle Sony.

L’essere touchscreen è un plus notevole, poiché comunque permetterà di mettere a fuoco (non è presente un pad dedicato) di scattare istantanee, di cambiare le impostazioni e similari, senza dover ricorrere a pulsanti particolari. La sua qualità è superiore alla media, data la natura di OLED, al posto dei classici LCD, raggiunge 1,04 milioni di punti con copertura pari a circa il 100% del campo visuale.

Sui bordi della macchina troviamo la connettività, sul sinistro sono posizionate le prese micro USB 2.0 per la ricarica (si potrà collegare l’intera macchina alla presa a muro), la microHDMI, una input da 2,5 millimetri e due uscite da 3,5mm; sul destro, invece, ecco spuntare il singolo slot per la SD.

Inferiormente è posizionato l’alloggiamento della batteria, questa garantirà circa 40 minuti di registrazione video effettiva con 290 scatti fotografici, un quantitativo effettivamente fin troppo ridotto. Chiudono il tutto la connettività bluetooth 4.2 WiFi 802.11 b/g/n.

 

Test Foto e Video

Gli scatti fotografici sono realizzati al massimo a 5184 x 3888 pixel e, a conti fatti, risultano essere perfettamente fedeli con la scena che l’utente sta inquadrando. All’esterno la resa è ottima, i colori sono perfettamente rispettati e ricchi di dettagli, il sistema di misurazione del bianco funziona praticamente alla perfezione; apprezzate sono le oltre 22 soluzioni creating, pensate appositamente per gli utenti che vogliono assegnare un filtro particolare all’immagine, senza dover ricorrere alla post produzione.

Come in tutte le Panasonic, anche in questo caso abbiamo notato una piccola tendenza a sottoesporre le immagini ed assegnarvi un forte contrasto, segnale che l’azienda vuole davvero puntare su grandi scatti dal forte impatto per l’utente, senza però andare a distorcere particolarmente il risultato finale. La possiamo ritenere una macchina adatta al consumatore alle prime armi, ovvero colui che acquista la prima mirrorless, anche senza essere in grado di impostare ISO, aperture e tempi di posa, è perfetta per un punta e scatta, fornendo nel contempo risultati decisamente di qualità elevata.

Il suo focus, tuttavia, è mirato principalmente sul mondo dei video. La Panasonic Lumix G90 registra in 4K a 3840 x 21940 pixel a 30 fps 100Mbps, volendo raggiungere i 60fps sarà necessario scendere al FullHD. Gli aspetti positivi della registrazione video sono il tempo illimitato per i filmati in 4K (potrete registrare fino a quando la macchina si scaricherà, senza interrompervi mai), il V-Logl nativo e l’autofocus.

Quest’ultimo è a contrasto con rilevamento viso e occhi, tracking o a 49 aree, ma ciò che stupisce è la sua grandissima velocità, grazie alla tecnologia depth from defocus metterà a fuoco in soli 0,07 secondi. Abbiamo sempre apprezzato gli autofocus di Panasonic, sono rapidi, stabili e decisi, una volta preso il soggetto difficilmente lo molleranno. Peccato solamente che il modello in questione integri sole 49 aree, contro le 225 aree della GH5, la differenza si nota non poco (manca anche un pad dedicato per scegliere il punto della messa a fuoco).

Il limite più grande in termini di registrazione video riguarda sicuramente il fattore di crop, pari a 1,26X; caratteristica che potrebbe gambizzare una inquadratura, facendo pendere gli utenti verso altre soluzioni. Indipendentemente da tutto questo, i risultati video sono ottimi, i colori sono ben bilanciati ed il filmato appare essere decisamente fluido, non abbiamo notato defezioni particolari da segnalare. Apprezzabile la stabilizzazione, grazie al Dual I.S. ed una presa salda, l’utente potrà pensare tranquillamente di registrare a mano libera in mobilità.

 

Panasonic Lumix G90: conclusioni

In conclusione la Panasonic Lumix G90 è la mirrorless perfetta per l’utente che vuole avvicinarsi alla fascia alta, senza entrarci pienamente, raggiungendo l’acquisto di una macchina perfetta per fare video. La stabilizzazione e l’autofocus sono fantastici, come anche le riprese finali, peccato solamente per il fattore di crop e le sole 49 aree di autofocus. La Panasonic GH5 resta comunque su un altro pianeta.

Qui sotto trovate la nostra videorecensione e tutti i punteggi assegnati al prodotto recensito.

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