La NASA e altre agenzie spaziali sono ossessionate dalla Luna e non solo perchè è una delle destinazioni privilegiate per i loro programmi. Le missioni previste per i prossimi anni hanno lo scopo di raggiungere il satellite per restarci, ma questo rende necessario per gli umani che vivranno sulla superficie lunare la presenza di adeguati rifugi. La bella notizia è che un progetto per realizzare questi futuristici rifugi esiste, quella un po’ meno bella è che potrebbero essere interamente costruiti da un mix di suolo lunare e urina.
La teoria alla base di costruzioni di questo tipo è però estremamente interessante, se per un attimo dimentichiamo ciò di cui sarebbero fatte. Sarebbe infatti molto più economico costruire habitat lunari usando le risorse locali, anziché spedire i materiali necessari attraverso lo spazio. Un team internazionale di scienziati, che lavora con l’Agenzia Spaziale Europea, ha cercato di mescolare l’urea, un componente dell’urina, con materiale proveniente dal suolo della Luna per creare un particolare tipo di “calcestruzzo lunare“.
Mescolando i materiali presenti nel suolo della Luna con l’urea si ottiene infatti un materiale molto resistente
Il team ha utilizzato una stampante 3D per creare cilindri di materiale composti da sostituti della regolite lunare e urea. I primi risultati dell’esperimento sono stati molto promettenti: i tubi stampati in 3D della miscela di urea hanno supportato pesi elevatissimi e sono rimasti quasi integri. Una volta riscaldati a 80 gradi, i cilindri sono stati sottoposti a continui cicli di scongelamento e al loro esito essi si sono addirittura rafforzati.
Gli scienziati hanno già studiato altri usi per i rifiuti organici degli astronauti e questa scoperta potrebbe essere tra i più promettenti. I ricercatori della Clemson University hanno esaminato l’uso di lievito, urina e anidride carbonica ricavabile dalla respirazione degli astronauti per creare strumenti, ma è tutto ancora in fase di studio; gli scienziati della Penn State avevano poi trovato un modo per trasformare microbi e feci in qualcosa di commestibile. Quel che è certo, quindi, è che i nostri futuri esploratori spaziali saranno dei veri e propri campioni del riciclaggio.