Negli ultimi duemila anni, il pianeta ha attraversato due grandi cambiamenti climatici: l’anomalia del clima medievale e la piccola era glaciale. Nessuno è stato così profondo come e quanto quello che stiamo attraversando oggi: il riscaldamento globale degli ultimi 150 anni.
Tuttavia, in passato, più volte il pianeta è stato a rischio. Una siffatta situazione accadde nel sesto secolo. Le temperature nell’emisfero settentrionale diminuirono di circa 15°C, molte colture furono perse e arrivarono inesorabili carestia e peste bubbonica. L’innesco di questa situazione fu una coppia di eruzioni vulcaniche che, letteralmente, inquinarono l’atmosfera. È noto che, quanto descritto, si è verificato in Islanda o in Alaska intorno al 536 (considerato da alcuni come l’anno peggiore della storia), e l’altro si è verificato intorno al 540. Ma non si sa dove.
Cosa accade oggi
Ora, un gruppo di investigatori ha suggerito dove si sarebbe potuto verificare il secondo. In uno studio pubblicato a settembre sulla rivista Quaternary Science Review, hanno collegato questa situazione all’eruzione del vulcano Ilopango di El Salvador, che ha causato un’esplosione vulcanica fino a 50 chilometri di altezza.
A proposito dell’eruzione di El Salvador che ha creato la formazione rocciosa conosciuta come Tierra Blanca Joven, il geologo della Lutheran University of California Robert Dull, che ha guidato lo studio, afferma che è stata la “più grande in America Centrale alla quale gli umani abbiano mai assistito“.
Per la prima volta, gli scienziati hanno fissato una data per tale eruzione e questo si è dimostrato compatibile con il drammatico calo delle temperature nell’emisfero settentrionale.
I ricercatori hanno studiato tre tronchi sepolti nelle ceneri, a 25-30 chilometri dal lago che oggi copre la caldara Ilopango. Questi alberi sono stati circondati e travolti dai venti caldi e dagli uragani generati dall’eruzione, carichi di gas, ceneri e pomice. In laboratorio, hanno stimato l’età dei diversi tagli di questi tronchi studiando gli anelli di crescita e la datazione al carbonio 14.
L’analisi ha mostrato che gli alberi morirono tra il 500 e il 545. Inoltre, sulla base di modelli atmosferici, i ricercatori hanno stimato che l’eruzione di Ilopango avvenne nell’autunno del 539. Ciò spiegherebbe il raffreddamento globale, la carestia e una temporanea riduzione della costruzione di monumenti Maya rilevati dagli archeologi.