La neurodegenerazione è un campo di ricerca in costante evoluzione, con il morbo di Parkinson (PD) e la demenza da corpi di Lewy (LBD) tra le principali malattie di interesse. Una delle caratteristiche patologiche di queste condizioni è la presenza di corpi di Lewy, aggregati anormali di proteine, principalmente costituiti da alfa-sinucleina. Oltre a questi aggregati, negli ultimi anni la ricerca ha evidenziato un ruolo cruciale del sistema immunitario nella loro formazione e nella progressione di queste malattie neurodegenerative.
Questo studio dimostra che senza una sfida immunitaria, i corpi di Lewy non si formano, evidenziando una vulnerabilità specifica nei neuroni dopaminergici. Questi risultati forniscono preziose informazioni su come le risposte immunitarie possono guidare il Parkinson, aprendo la strada a nuovi approcci terapeutici mirati all’infiammazione e all’eliminazione dei rifiuti cellulari.
Corpi di Lewy, trovato collegamento con la risposta immunitaria
L’alfa-sinucleina è una proteina che, in condizioni normali, svolge funzioni importanti nel mantenimento della struttura e della funzione sinaptica. Tuttavia, in alcune condizioni patologiche, essa tende a piegarsi in modo anomalo, formando aggregati insolubili. Questi depositi, noti come corpi di Lewy, si accumulano nelle cellule nervose, causando danni ai neuroni e contribuendo alla disfunzione cerebrale tipica del Parkinson e della demenza da corpi di Lewy. L’accumulo di alfa-sinucleina può essere percepito come un segnale di pericolo dal sistema immunitario, che entra in gioco nella risposta a questo processo patologico.
Un aspetto cruciale del legame tra sistema immunitario e corpi di Lewy è rappresentato dall’attivazione della microglia, le cellule immunitarie residenti nel cervello. La microglia, in risposta agli aggregati proteici anomali, si attiva per cercare di eliminare questi depositi. Tuttavia, un’eccessiva attivazione microgliale può portare a una condizione di infiammazione cronica, che non solo non riesce a risolvere il problema dell’accumulo di alfa-sinucleina, ma può addirittura accelerare la neurodegenerazione attraverso il rilascio di citochine pro-infiammatorie e altri mediatori dannosi per i neuroni.
Oltre alla microglia, anche il sistema immunitario periferico può influenzare la progressione della malattia. Alcuni studi hanno evidenziato che i pazienti affetti da Parkinson e LBD mostrano un’alterazione dei linfociti T, particolarmente delle sottopopolazioni T helper e T regolatorie. Questi cambiamenti potrebbero influenzare la capacità del sistema immunitario di rispondere in maniera equilibrata, promuovendo un’attivazione eccessiva o inadeguata nei confronti degli aggregati proteici. L’interazione tra il sistema immunitario periferico e quello centrale è un campo di studio molto attivo, in quanto sembra che le cellule immunitarie periferiche possano attraversare la barriera ematoencefalica in condizioni di infiammazione, influenzando direttamente il cervello.
iI ruolo del microbiota intestinale nella regolazione del sistema immunitario
L’infiammazione cronica rappresenta una delle principali vie attraverso cui il sistema immunitario può contribuire alla degenerazione neuronale. Studi preclinici hanno dimostrato che livelli elevati di citochine pro-infiammatorie, come il TNF-α e l’IL-1β, possono accelerare l’aggregazione di alfa-sinucleina e la morte cellulare. Questa cascata infiammatoria può innescare un circolo vizioso: l’aggregazione proteica stimola l’infiammazione e, a sua volta, l’infiammazione favorisce ulteriori aggregazioni e danni neuronali.
Un aspetto affascinante della ricerca è l’esplorazione di terapie immunitarie che possano modulare la risposta infiammatoria e rallentare la formazione dei corpi di Lewy. Alcuni approcci preclinici stanno investigando l’uso di anticorpi monoclonali che si legano all’alfa-sinucleina, facilitando la sua rimozione prima che si aggreghi. Allo stesso tempo, esistono ricerche sull’uso di farmaci antinfiammatori che potrebbero ridurre l’attivazione microgliale cronica, proteggendo i neuroni dai danni infiammatori.
Un altro aspetto intrigante è il ruolo del microbiota intestinale nella regolazione del sistema immunitario e nella sua influenza sulla formazione dei corpi di Lewy. Recenti studi hanno evidenziato che alterazioni nella composizione del microbiota possono influenzare l’attivazione del sistema immunitario e promuovere l’infiammazione cronica a livello sistemico, compreso il cervello. Questo asse intestino-cervello potrebbe rappresentare un importante meccanismo attraverso cui fattori ambientali influenzano la patogenesi di malattie neurodegenerative come il Parkinson e la LBD.
Comprendere come il sistema immunitario reagisce agli aggregati di alfa-sinucleina e come l’infiammazione cronica contribuisce alla progressione della malattia offre nuove prospettive per lo sviluppo di terapie innovative. Sebbene molte domande rimangano ancora aperte, l’attenzione crescente verso l’immunoterapia e il ruolo del microbiota intestinale suggeriscono che potremmo essere vicini a scoperte importanti nel trattamento di queste patologie debilitanti.