Nel giro di due mesi, sebbene già dalle battute iniziali si erano iniziati ad intravedere i problemi, si è passati dall’entusiasmo di un annunciato e rivoluzionario phablet top di gamma ad un flop colossale, risoltosi con il definitivo abbandono della produzione ed il ritiro dai mercati di un Note 7 che, alla luce delle ultime rivelazioni, lascia ancora molto in sospeso.
Quello che, per certi versi, potrebbe essere catalogato come il più grande disastro della storia della tecnologia Samsung lascia ancora aperta una porta sulle potenziali cause che hanno portato ad una così poca chiarezza in merito ad un device dietro cui si collocano attivamente anni ed anni di esperienza nel settore. Come avrà mai fatto Samsung Electronics a fare un pasticcio così colossale? Una domanda cui (forse) nemmeno la diretta interessata sa darsi ancora una risposta esauriente.
Nonostante, infatti, le sue infinite risorse economico-funzionali, e come peraltro evidenziato dal The New York Times, la società si trova alle prese con un vero e proprio mistero della tecnologia che, a partire dal primo caso di esplosione registrato in Agosto 2016, non ha saputo risolvere la questione, nonostante il supporto diretto di centinaia e centinaia di dipendenti affidati al caso.
Dal momento che le scadenze erano piuttosto strette (vedi anche l’uscita del nuovo e prestante iPhone 7 di Apple), Samsung non ha potuto far altro che concludere dicendo che il problema vero e proprio risiedeva nella batteria e, nello specifico, ad un difetto interno nella progettazione delle celle agli ioni di litio, con la speranza che une successiva implementazione potesse arginare il problema, ridando così forza e credibilità al brand ed al nuovo Galaxy Note 7.
A seguito del richiamo, comunque, si è proceduto con lo svalorizzare la tesi secondo cui le nuove forniture ATL China Batteries (lo stesso fornitore pluriennale di Apple) fossero le dirette responsabili delle nuove casistiche di esplosione. Gli ingegneri Samsung, infatti, hanno invano tentato più volte di riprodurre le condizioni ideali per il generarsi dell’esplosione, portata alla loro attenzione dai numerosi casi registrati. Ciononostante, almeno per ora, non vi è una spiegazione in merito alla causa prima.
Ad ogni modo, gli accertamenti necessari al fine di fornire una spiegazione pratica ai problemi Note 7 sono ancora al vaglio del personale incaricato che, per il momento, fa delle ipotesi decisamente poco probabili, le quali vertono perlopiù su una cattiva gestione energetica dei processi delle nuove batterie da parte del produttore cinese e sul fatto che un processo di ricarica rapida possa realmente inficiare l’integrità e l’affidabilità dei device.
Rileggendo queste ultime ipotesi, comunque, ci si chiede se siano realmente verosimili, e perciò crediamo che per fare chiarezza in proposito si dovrà attendere ancora una quantità di tempo ragionevolmente lunga, dovuta all’impossibilità di ricevere riscontro nel breve periodo da parte di una società avente praticamente mezzi e risorse illimitate. Voi che idea vi siete fatti?
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