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Samsung Electronics e Start VR: Gear VR come strumento anti-stress per i pazienti in chemioterapia

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La realtà virtuale Samsung ha molteplici applicazioni. Attraverso un visore per la realtà virtuale Gear VR è stato possibile, nel tempo, perfezionare l’ambiente software in modo tale da garantire un’esperienza che consentisse un’interazione che andasse oltre i fini del gaming e dell’intrattenimento.

Dopo gli esperimenti condotti in merito alla sensibilizzazione dei neo-patentati, introduciamo oggi una nuova iniziativa, nata dalla collaborazione tra la divisione australiana Samsung e l’Istituto Chris O’Brien Lifehouse. L’utilizzo di Samsung Gear VR, in questo caso, si è rivelato un valido aiuto per tutti i pazienti sottoposti a chemioterapia, i quali hanno potuto apprezzare una notevole diminuzione dei livelli di stress.

Il progetto mette in mostra il potenziale della nuova tecnologia, la quale contribuisce a tenere a bada l’ansia e lo stress psicologico cui sono sottoposti tutti i pazienti oncologici nel corso dei trattamenti chemioterapici. Di fatto, una “terapia di distrazione” è quanto meno necessaria, al fine di alleviare lo stress dei malati di cancro.Samsung Gear VR chemioterapia

I pazienti sono stati muniti di visore per la realtà virtuale Samsung, attraverso cui si sono ricreati vari ambienti. Si è passati da semplici esperienze tramite il market Gear VR a destinazioni di viaggio rilassanti, fino ad adrenaliniche esperienze paracadutistiche o giri in barca nel porto di Sidney.

I contenuti sono stati sviluppati da Martin Taylor nel contesto di studio Start VR, in collaborazione con la software house sudcoreana e con l’Istituto Chris O’Brien Lifehouse. Taylor osserva come:

“Il nostro obiettivo principale è quello di creare interessanti contenuti da destinare alla realtà virtuale ed alle iniziative che forniscono un impatto positivo sulla vita dei consumatori. 
Abbiamo voluto determinare se la realtà virtuale avesse il potenziale giusto per cambiare la prospettiva delle persone sul loro ambiente attuale, e abbiamo ritenuto che un contesto sanitario, dove la gente siede ed aspetta anche per lunghi periodi di tempo, sia il punto giusto da dove iniziare. Anche se si sono richiesti mesi di studio e pianificazione, è stato davvero soddisfacente vedere come la nuova realtà abbia contribuito a migliorare le condizioni psicologche attraverso le potenzialità della VR”

Inoltre, Taylor aggiunge che:

“L’esplorare dell’ambiente VR nel settore sanitario, mette in luce un percorso emozionante. Siamo orgogliosi di sfruttare ciò che stiamo imparando, e ci stiamo spingendo oltre i confini della creazione di contenuti VR”.

Samsung Gear VR app

Sulla base dei progressi e delle future prospettive di sviluppo di queste nuove tecnologie, l’istituto Chris O’Brien Lifehouse ha abbracciato completamente la realtà virtuale come opzione di supporto di trattamento per i loro pazienti, ed ha disposto anche un team clinico di supervisione a garanzia della sicurezza del paziente.

L’utilizzo delle tecnologia VR, quindi, consente ai pazienti di portarsi al di fuori dell’esperienza della chemioterapia, contribuendo ad alleviare lo stress nella fase pre-operatoria. Ciò contribuisce a creare una distrazione e tiene alto il morale. Il benessere, di fatto, non è soltanto fisico, ma anche mentale.

Martin Brown, Enterprise Mobility, Samsung Electronics in Australia, ha fatto notare che:

“Questa collaborazione con Start VR e Chris O’Brien Lifehouse apre nuovi orizzonti nel modo in cui la natura coinvolgente della nostra piattaforma di realtà virtuale può essere applicata ad un ambiente sanitario.”

Inoltre, Brown aggiunge che:

“Le collaborazioni con partner come Start VR, e organizzazioni come il Chris O’Brien Lifehouse, sono di fondamentale importanza per lo sviluppo di sistemi utili per la nostra tecnologia, a beneficio delle organizzazioni appartenenti ad una vasta gamma di settori.”

Che cosa ne pensate di questa iniziativa? La realtà virtuale può effettivamente migliorare la condizione mentale dei pazienti? A voi una valutazione oggettiva della questione.

Federica Vitale
Federica Vitalehttps://federicavitale.com
Ho studiato Shakespeare all'Università e mi ritrovo a scrivere di tecnologia, smartphone, robot e accessori hi-tech da anni! La SEO? Per me è maschile, ma la rispetto ugualmente. Quando si suol dire "Sappiamo ciò che siamo ma non quello che potremmo essere" (Amleto, l'atto indovinatelo voi!)

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