Nel corso di queste ultime ore le testate online si stanno popolando con una notizia che vede al centro dell’attenzione il colosso dell’elettronica mondiale Samsung Electronics, accusato della violazione di alcuni brevetti. La notizia assume carattere d’importanza strategica, dal momento che la questione è stata immediatamente portata al solo mercato italiano dei prodotti. Cosa sarà successo?
Presunte violazioni di brevetto Samsung: La vicenda
Tutto parte dall’azienda Edico s.r.l., con sede a Roma. Si tratta di una società che opera nel segmento dell’elettronica di consumo per il ramo dei ricevitori televisivi, delle piattaforme multimediali, dei set-top-boxes e dei dvd-players/digital video recorder.
La società in questione, alla luce della sua attività, non ha nulla a che vedere con il commercio e la produzione di dispositivi mobile smartphone e tablet. Il suo business, di fatto, si incentra sull’analisi dei trend tecnologici e sulla valorizzazione dei diritti di Proprietà industriale e intellettuale.
Risulta chiaro, quindi, che la società prenda in seria considerazione la questione dei brevetti e la loro registrazione nel contesto italiano.
Samsung brevetto: ecco il colpevole
Al centro della vicenda vi è dunque la violazione della proprietà intellettuale. Edico sostiene che Samsung abbia indebitamente utilizzato un brevetto depositato nel 2002 attinente il colore rosso della barra volume (ad indicare un livello sonoro alto) presente nei 21 modelli di smartphone e tablet posti ora sotto osservazione.
Ad ogni modo si tratta di un brevetto davvero difficile da contestare nonostante sia stato depositato debitamente. Ritenere che l’attivazione del colore rosso della barra volume al superamento della soglia consigliata d’ascolto sia una violazione è cosa assai improbabile e spetterà comunque ai Tribunali stabilire i termini della questione.
Samsung: il sequestro
La Guardia di Finanza di Vicenza, coordinata dal dott. Hans Roderich Blattner, Sostituto Procuratore della Repubblica di Vicenza, ha disposto un’indagine che ha coinvolto 80 agenti nelle zone di Vicenza, Torri di Quartesolo, Bassano del Grappa, Schio, Thiene, Arzignano, Montecchio Maggiore, Lonigo, Trissino, Cassola, San Giuseppe di Cassola, Ponte di Barbarano, Camisano, Malo e Piovene Rocchette. Alcuni prodotti Samsung sono stati posti sotto sequestro per un totale di 21 modelli.
Un sequestro preventivo, volto ad accertare il sussistere delle condizioni di violazione della proprietà intellettuale e che non implica dunque uno stop alle vendite.
Samsung: la posizione dell’azienda
La società non ha certo tardato nell’esporre il suo punto di vista in merito alla questione dicendo che:
Samsung è a conoscenza del fatto che nella giornata odierna sono stati effettuati sequestri di smartphones e tablet del proprio brand presso alcuni punti vendita della provincia di Vicenza e che tali sequestri sono stati eseguiti su iniziativa di tale Edico s.r.l. (società che non svolge alcuna attività produttiva o distributiva nel settore) sulla base di una asserita violazione di un suo brevetto. Samsung comunica che si rivolgerà alle competenti autorità civili e penali per ottenere la revoca immediata di questi provvedimenti e il ristoro dei danni patrimoniali e di immagine.
Come andrà a finire?
La questione è controversa. Certamente non possiamo non notare che la situazione pone Samsung Electronics in cattiva luce. Per quanto riguarda invece la violazione del brevetto e la richiesta di un pagamento a favore di Edico la questione è da rimettere ai rispettivi organi di competenza.
Ad ogni modo è chiaro che la regolamentazione sui brevetti è troppo differenziata tra un paese e l’altro. In questo contesto, infatti, l’approccio al problema potrebbe provocare l’insorgere di una questione da risolversi in un nulla di fatto e che abbia come unica conseguenza un’inutile spesa per lo Stato.
Voi che cosa ne pensate in merito a questa vicenda? Lasciateci pure un vostro personale commento al riguardo.
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