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Samsung, vicepresidente Lee Jae-Yong condannato a 5 anni di galera

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Pessime notizie in casa Samsung, arriva la condanna per Lee Jae-Yong, erede di un impero e vicepresidente di una delle principali compagnie tecnologiche del mondo. Considerato l’uomo in grado di raccogliere la pesante eredità del padre Lee Jun-hee, il 49enne è stato coinvolto in uno scandalo che sta coinvolgendo figure di spicco in Corea del Sud.

Tante le accuse, tra le quali corruzione e falso giuramento, Lee Jae-Yong è stato condannato a cinque anni di carcere. Samsung adesso rischia seriamente di perdere una figura fondamentale, il team di legali del vicepresidente ha già annunciato il ricorso in appello ma la situazione appare drammatica.

Lee jr. condannato: quale sarà il futuro di Samsung?

Non solo Lee junior, nello scandalo sono stati coinvolti altri quattro manager del colosso asiatico, per loro condanna a quattro anni. Jay Y. Lee – nome con il quale è noto al pubblico occidentale – vanta un patrimonio pari a 7.9 miliardi di dollari, che ne fa il terzo uomo più ricco in Corea del Sud, nel 2014 ha assunto il timone dell’azienda in seguito all’attacco cardiaco che ha colpito il padre.

Samsung Lee Jae-Yong arrestato carcere

Anche Lee senior ha avuto problemi legali, fondi illeciti lo hanno obbligato alle dimissioni nel 2018, nel 2014 il ritorno in sella prima che le condizioni di salute lo costringessero a lasciare definitivamente. Lo scandalo che ha coinvolto Jae-Yong ha proporzioni gigantesche, una sorta di “tangentopoli coreana”, anche il primo presidente donna del paese, Park Geun-Hye, ha dovuto lasciare la carica.

Gli effetti dello scandalo tangenti riguardano Samsung da diversi mesi, a gennaio l’arresto preventivo di Lee junior, adesso la condanna. Uno degli aspetti più oscuri di tutta la vicenda è il versamento di circa 40 milioni di dollari a Choi Soon-Sil, donna soprannominata “La Sciamana” che ha sfruttato l’amicizia con la presidente coreana per ottenere ingenti somme di denaro dalle aziende.

Questi soldi permettevano alle compagnie di corrompere la presidente, una cascata di milioni che sono andati a finire nelle casse delle sue fondazioni. Non solo Samsung, anche Hyundai ed LG hanno fatto la loro parte. Gli avvocati di Jae-Yong affermano che sia stata la Park a esercitare pressioni per ottenere denaro.

Il neopresidente coreano Moon Jae-In ha dichiarato guerra senza quartiere alla corruzione, la prima sfida è riformare le grandi conglomerate di Seul, realtà che hanno rapporti poco chiari con il mondo politico e più di una volta sono finite sotto i riflettori per casi di evasione e corruzione.

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