Arriva un momento nella vita di tutti in cui il cervello e il corpo raggiungono il loro apice prima che l’età inizi a farsi sentire. Una ricerca sui giocatori di scacchi professionisti suggerisce che il cervello, rispetto al resto del corpo, invecchi in modo più lento e graduale. Analizzando 125 anni di partite di scacchi tra esperti gli scienziati hanno scoperto che l’abilità di un giocatore dopo i vent’anni incomincia ad aumentare rapidamente per poi raggiungere l’apice dopo i trenta. È constatato invece che dopo i 45 si subisce un lento declino cognitivo.
Tenendo conto di fattori diversi, come il colore dei pezzi degli scacchi, la durata del gioco, la generazione del giocatore e la forza dell’avversario, il declino cognitivo dopo i 45 anni diminuisce solo leggermente e in modo statisticamente insignificante. Molte ricerche sulle prestazioni cognitive, tuttavia, tendono a fare affidamento su abilità come la velocità decisionale e la memoria di lavoro, ma gli scacchi sono diversi perché dipendono anche dalla formazione e dall’esperienza.
Analizzando più di 1,6 milioni di mosse individuali in 24.000 partite di scacchi, gli scienziati hanno valutato l’abilità di oltre 4.000 giocatori esperti, 20 dei quali sono stati campioni del mondo tra il 1890 e il 2014. Un motore di scacchi computerizzato è stato utilizzato per determinare le mosse più ottimali. Nel corso di una carriera, la maggior parte dei giocatori ha raggiunto il picco all’età di 30 anni, mantenendo tale prestazione per circa 10 anni prima che il loro gioco iniziasse a deteriorarsi. Tra migliaia di giocatori, le prestazioni sono aumentate notevolmente fino ai 37 anni.
Ciò suggerisce che l’esperienza può alterare l’età in cui qualcuno raggiunge il massimo delle prestazioni, e questo potrebbe spiegare perché nel secolo scorso i giocatori di scacchi hanno raggiunto il loro picco sempre prima. La rapida diffusione della conoscenza degli scacchi, l’emergere dei motori scacchistici e la facilità del gioco online significa che i giocatori più giovani stanno accumulando più conoscenze sugli scacchi e acquisendo maggiore esperienza prima di 125 anni fa. Infatti, negli anni ’90, quando i giochi di scacchi computerizzati sono diventati popolari, le prestazioni degli scacchi tra i professionisti sono aumentate notevolmente.
Lo studio si basa su professionisti, quindi rappresenta probabilmente il limite superiore delle prestazioni cognitive nel corso della vita di una persona. Tuttavia, i risultati sono incoraggianti. Il recente aumento delle abilità scacchistiche tra i giovani suggerisce che le prestazioni cognitive massime possono essere raggiunte presto con gli strumenti e l’esperienza giusti, e la lunga coda della curva suggerisce che possiamo mantenere quelle abilità decenni nel futuro. Lo studio è stato pubblicato su PNAS.
Foto di Steve Buissinne da Pixabay
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