Un team di ricercatori cinesi ha raggiunto un traguardo significativo clonando la prima scimmia Rhesus, denominata ‘ReTro’. Questa specie, comunemente utilizzata nella ricerca medica per la sua somiglianza fisiologica con gli esseri umani, potrebbe rivoluzionare gli studi farmacologici grazie alla possibilità di ottenere risultati simili attraverso animali geneticamente identici. L’annuncio, pubblicato sulla rivista Nature Communications, indica che ReTro è rimasta in salute per oltre due anni, suggerendo il successo del processo di clonazione.
Nel passato, tentativi di clonare scimmie Rhesus non hanno avuto successo, con nascite fallite o prole che non sopravviveva a lungo. Questo nuovo successo potrebbe aprire nuove strade nella ricerca medica, consentendo test più affidabili su farmaci e terapie.
I ricercatori hanno utilizzato un metodo noto come “sostituzione del trofoblasto“, risolvendo problemi riscontrati in tentativi precedenti. Rimuovendo la parte dell’embrione clonato destinata a formare la placenta e inserendola in un embrione esterno non clonato, hanno ottenuto risultati promettenti.
Sebbene questo progresso possa portare a avanzamenti nella comprensione genetica e nelle terapie mediche, gruppi per il benessere degli animali, come la Royal Society for the Prevention of Cruelty to Animals (RSPCA), esprimono preoccupazioni sulla sofferenza degli animali coinvolti. Nonostante l’entusiasmo per il successo della clonazione, il dibattito sull’etica e sull’utilizzo di modelli animali in ricerca continua.
Il dottor Falong Lu, dell’Università dell’Accademia Cinese delle Scienze, ha assicurato che tutte le procedure sono state condotte in conformità con le linee guida etiche, ottenendo l’approvazione necessaria. Tuttavia, opinioni divergenti riguardo all’impatto etico e all’applicazione pratica di tali ricerche persistono.
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