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Seta di ragno: un materiale che potrebbe diventare la muscolatura dei robot

Un nuovo studio portato avanti ad alcuni ricercatori del MIT e della Huazhong University of Science and Technology ha scoperto qualcosa di particolare. Analizzando la seta di ragno, un materiale già noto per essere particolarmente resistente rispetto al suo peso effettivo, sono venuti a conoscenza di una proprietà nuova, la supercontrazione. Le fibre che compongono la seta finiscono per ridursi in condizioni di cambiamento di umidità, più specifico nell’aumento dell’umidità. Le fibre finiscono per contrarsi e torcersi, in modo quasi simile rispetto alle miofibrille actina e miosina, e nel farlo sono in grado di esercitare una forza sufficiente su altri materiali.

 

La muscolatura di un robot e altro

Ecco la dichiarazione di Dabui Kuy, professoressa all’Huazhong University: “Inizialmente lo abbiamo trovato per caso. I miei colleghi e io volevamo studiare l’influenza dell’umidità sulla seta della “dragline spider [Hanno usato un filo di seta ragno per creare una sorta di pendolo]. Quando abbiamo aumentato l’umidità, il pendolo ha iniziato a ruotare, era fuori dalle nostre aspettative e mi ha davvero scioccato.”

La particolarità di questo fenomeno, oltre che di essere nuovo, è che controllando l’umidità si possono ottenere dei movimenti precisi sulle fibre. Studiando quello che hanno scoperto sono riusciti a capire che il movimento di torsione è dato dalla piegatura di un blocco di proteine noto come prolina.

La singolare propensione della seta a subire la supercontrazione e ad esibire un comportamento torsionale in risposta a fattori esterni come l’umidità può essere sfruttata per progettare materiali reattivi a base di seta che possono essere sintonizzati con precisione su scala nanometrica. Le potenziali applicazioni sono diverse: dai robot e sensori morbidi basati sull’umidità, ai tessuti intelligenti e ai generatori di energia verde” Anna Tarakanova, co-autore dello studio.

Giacomo Ampollini

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