Sicurezza e Facebook, un tema sempre più attuale. Che i social networks fossero il canale preferito dei terroristi dell’Isis per comunicare tra loro e lanciare messaggi e proclami di morte era una cosa nota ormai da tempo.
Dopo la strage di San Bernardino in California, costata la vita a 14 persone, sembra essersene reso conto anche il Governo degli Stati Uniti, tanto che sta pensando di condizionare la concessione del visto di ingresso nel paese all’analisi delle pagine Twitter e Facebook.
Come? Con un programma capace di analizzare i post sui social network degli stranieri che fanno richiesta di ingresso. Il programma è attualmente in fase di studio, ma i lavori hanno subito una repentina accelerazione dopo gli ultimi fatti di cronaca.
Visto Usa, nel mirino le pagine Facebook e gli account Twitter
Secondo quanto emerso fino a questo momento l’amministrazione Obama sarebbe intenzionata a varare misure severissime per il rilascio dei permessi, prevedendo la possibilità di negare il visto se i post e le immagini presenti sui profili social non dovessero superare l’esame.
In realtà, controlli a campione sui social degli stranieri sarebbero già partiti grazie ad un programma pilota in barba ad eventuali scrupoli legati alla privacy delle persone.
La minaccia terroristica, dopo l’11 settembre 2001, infatti, ha dato al governo statunitense la facoltà di adottare misure straordinarie per tutelare la sicurezza di tutta la nazione, anche a discapito della rinuncia a qualche libertà personale dei suoi cittadini.
Il focus sui social network non è una misura casuale dal momento che, nella maggior parte degli attentati terroristici a firma Isis, i profili dei giovani terroristi erano pieni di post e foto che li ritraevano mentre si trovavano in Siria per l’addestramento nei campi gestiti dal Califfato o di immagini che li immortalavono con la ormai tristemente famosa bandiera nera.
Gli attentatori di San Bernadino e i post su Facebook
Anche gli attentatori di San Bernardino Tashfeen Malik e suo marito Syed Farook avevano giurato fedeltà all’Isis con un post su Facebook.
La donna pakistana – entrata negli Stati Uniti grazie ad un visto fornito ai coniugi di cittadini americani – era molto attiva sul popolare social network, come si è poi scoperto a strage avvenuta.
L’obiettivo del progetto pilota del Dipartimento di sicurezza Usa è proprio quello di prevenire nuovi attentati, individuando prima i potenziali attentatori attraverso la loro attività sui social.