Circa quarant’anni fa, nel villaggio di Arbel, in Galilea, un uomo di nome Tova Haviv trovò un ciondolo davvero particolare. Si trattava di un manufatto molto antico, un amuleto noto come Sigillo di Salomone, in grado di proteggere donne e bambini. L’uomo, ormai defunto, ha tramandato il ciondolo come un tesoro di famiglia fino a che un membro della famiglia non lo ha recentemente consegnato all’Autorità per le Antichità israeliane (Israel Antiquities Authority – IAA).
Il reperto è il ciondolo di una collana risalente a circa 1.500 anni fa. Un prezioso oggetto che ci permette di avere informazioni sulla vita quotidiana degli ebrei in Terra d’Israele durante il periodo bizantino. Questo antico amuleto ebraico, allora oggetti comuni contro il “malocchio”, ci offre dunque uno spaccato della vita talmudica di Israele.
Si tratta di un ciondolo di forma triangolare, che ricorda un po’ quella di una goccia o di una pera. Su entrambi i suoi lati si trovano delle bellissimi incisioni che permettono di comprendere la funzione dell’amuleto.
Su un lato è raffigurato un cavaliere nell’atto di lanciare una sfera contro una figura femminile che si trova a terra. La testa testa del cavaliere è circondata da un’aureola e l’immagine è circondata da un’iscrizione in greco la cui traduzione significa “L’unico Dio che vince il male”. Sotto il cavallo vi sono incise invece le lettere greche IAWΘ, ovvero YHWH, o Yahweh, il dio del Popolo ebraico ed il Dio del Vecchio Testamento.
Sull’altro lato dell’amuleto invece, è raffigurato un occhio trafitto da diverse frecce e circondato da animali pericolosi, ovvero due leoni, un serpente, uno scorpione e un uccello. Sotto ad essi vi è un’altra iscrizione: “Un Dio”, sempre in greco.
Come spiega il dott. Eitan Klein, vicedirettore dell’Unità di prevenzione dei furti di antichità dell’IAA, questo oggetto “fa parte di un gruppo di amuleti del V-VI secolo d.C. provenienti dal Levante che furono probabilmente prodotti in Galilea e in Libano. Questo gruppo di amuleti è talvolta chiamato ‘Sigillo di Salomone’ e il cavaliere è raffigurato mentre vince lo spirito malvagio.” In questo caso una donna identificata con la figura mitologica Gello/Gyllou, un demone che minaccia donne e bambini ed è associata al malocchio.
Proprio al malocchio è infatti associato l’occhio inciso sulla medaglia, che viene attaccato e vinto Molto probabilmente dunque, questo amuleto era stato creato per proteggere donne e bambini dal malocchio.
Questo Sigillo di Salomone non è importante solo per la sua manifattura o per l’oggetto in sé, ma anche per il luogo dove è stato ritrovato. Il villaggio di Arbel infatti, presenta diversi resti dell’epoca della dominazione bizantina della Galilea, tra cui una sinagoga.
Il villaggio inoltre è menzionato più volte nel Talmud. Ad esempio, nel Talmud di Gerusalemme è narrato come Rabbi Simeon e Rabbi Hiya andarono ad Arbel per guardare l’alba e per determinare quanto tempo passa dall’inizio dell’alba fino alla piena luce del giorno (Brachot 4b).
L’importanza del ritrovamento di questo Sigillo di Salomone ad Arbel, come spiega Klein, risiede nel fatto che “sebbene gli studiosi generalmente identifichino i portatori di tali amuleti come cristiani o gnostici, il fatto che l’amuleto sia stato trovato all’interno di un insediamento ebraico contenente una sinagoga nel V-VI secolo d. C., può indicare che anche gli ebrei del periodo indossavano amuleti di questo tipo per protezione contro il malocchio e i demoni.”
Il simbolismo usato sull’amuleto non è ebraico, ma il fatto che l’oggetto sia stato trovato ad Arbel, un insediamento ebraico in epoca bizantina, suggerisce che l’oggetto potesse effettivamente appartenere ad un ebreo.
Lo stesso Talmud offre infatti diversi passaggi che testimoniano l’uso degli amuleti. Ad esempio in un passaggio del trattato Shabbat si legge “i Saggi insegnavano: cos’è un amuleto efficace? È un qualsiasi amuleto che ha guarito una persona una volta, e l’ha guarita di nuovo, e l’ha guarita una terza volta”.
Proprio per l’importanza e la valenza storica di questo amuleto, Klein si è dichiarato riconoscente ed entusiasta per la decisione di restituire questo sigillo di Salomone alla IAA. Klein ha anche lanciato il suo appello perché più atti simili siano compiuti, affermando: “faccio appello a chiunque abbia precedentemente trovato antichi manufatti di consegnarli al National Treasures Center, poiché oggetti di questo tipo raccontano la storia di Israele e patrimonio e appartengono a tutti i cittadini di Israele, sia legalmente che in termini di valore culturale”.
Ph. credit: DAFNA GAZIT/ISRAEL ANTIQUITIES AUTHORITY via Facebook
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