Non è una novità. Evitando di fare discorsi sull’incapacità dell’uomo di passare senza lasciare dietro di sé della spazzatura, in orbita attorno al nostro pianeta ci sono fin troppi detriti. I resti di satelliti distrutti per lo più ma anche pezzi lasciati indietro di varie sonde. Negli ultimi decenni, questi elementi si sono accumulati in orbita e potremmo aver già raggiunto un livello critico. Questo è il pensiero di Hugh Lewis espresso durante la prima Conferenza Internazionale sui detriti orbitali.
Lassù è un circolo vizioso. Troppi detriti, questi piccoli elementi che viaggiano a velocità impressionanti, portano alla creazione di altra spazzatura a causa della collisione degli altri oggetti presenti a un’altitudine superiore a 1000 Km. In sostanza, la situazione sembra solo in grado di peggiorare almeno finché non verrà messo appunto un sistema di raccoglimento funzionale.
C’è una banda virtuale al di sotto dei 2000 km che viene considerata una regione protetta in quanto di vitale importanza per i voli spaziali. Tale zona è quella che presenta la maggior parte dei 34.000 oggetti rintracciabili. Per evitare un peggioramento della situazione è stata imposta una regola che vieta di lasciare volare satelliti per troppo tempo in quella zona alla fine della loro missione; si parla di 25 anni.
Nonostante ci siano regole del genere, secondo Lewis basta poco per creare una reazione a catena che darebbe alla nascita ancora più detriti di quelli presenti. Come la plastica che si sfalda nell’oceano, i pezzi più piccoli risultano essere quelli più pericolosi. Migliaia e migliaia di proiettili che forano qualunque cosa sulla loro strada.
Uno stralcio delle parole del professore: “All’inizio di una simulazione, collisioni catastrofiche superiori a 1000 km avvenivano all’incirca ogni 50 anni. Alla fine, l’intervallo era sceso a sei anni nonostante il fatto che solo uno o due satelliti fossero stati aggiunti a questa regione ogni anno. Questo il risultato evidenzia davvero la sensibilità della popolazione di detriti alla nostra continua attività spaziale. Qualcosa che si pensava fosse la nostra contromisura più efficace risulta essere una potenziale fonte di collisioni“. La regola dei 25 anni ha sostanzialmente peggiorato la situazione.
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