Qualche settimane si è scoperto che sulla Stazione Spaziale Internazionale sono trovati delle colonie fungine non desiderate; il senso è che non si trattava di qualche esperimento, ma una crescita spontanea. Ovviamente essendo il luogo la casa temporanea degli astronauti nello spazio la presenza di quest’ultimi sono un problema. La speranza era di liberarsene in fretta, ma la situazione risulta essere più difficile di quanto preventivato. La muffa in sé è risultata resistente a dosi di radiazioni ionizzanti elevate.
La situazione sulla Stazione Spaziale Internazionale
Le due muffe, del genere Aspergillus e Pennicillium, non hanno subito nullo ad una dose di raggi X 200 volte quella fatale per l’uomo. Ecco una dichiarazione di una microbiologa in forse al German Aerospace Center, Marta Cortesão: “Ora sappiamo che le spore fungine resistono alle radiazioni molto più di quanto pensavamo, al punto in cui dovremmo prenderle in considerazione quando puliamo i veicoli spaziali, dentro e fuori. Se stiamo pianificando una missione di lunga durata, possiamo pianificare di avere con noi queste spore di muffa perché probabilmente sopravviveranno ai viaggi spaziali.”
Nonostante tutte le precauzioni prese, la condizione dell’ISS è risulta essere in realtà proprio un luogo con condizioni favorevoli. Il clima e l’umidità dovuti dalla chiusura ermetica ha favorito la diffusione di questo sfavorevole problema. Al momento ci sono altre possibilità come l’uso di temperature estremamente calde o altre condizioni chiamate “spaziale”. Da un certo punto di vista tutto questo risulta però un’ottima occasione per studiare queste muffe in un ambiente del genere le cui informazioni potranno essere usate per il futuro per le colonie di Marte o altri luoghi.