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Terremoti: identificato il più profondo sotto la superficie terrestre

Alcuni scienziati hanno identificato uno dei terremoti più profondi mai visti finora, avvenuto beh oltre 751 chilometri sotto il suolo terrestre. Proprio a causa di questa particolare profondità fa avvenire il terremoto nel mantello inferiore, dove si pensava che questo tipo di eventi non potesse mai succedere. Ciò perché sotto pressioni cosi estreme, le rocce hanno maggiori probabilità di piegarsi e deformarsi con un improvviso rilascio d’energia.

Tuttavia, secondo uno studio, i minerali non si comportano come previsto. Anche a pressioni in cui dovrebbero trasformarsi in stati diversi e meno soggetti a terremoti, possono rimanere nelle vecchie configurazioni. Ciò che questo nuovo terremoto potrebbe rilevare è che i confini all’interno della Terra sono più sfocati di quanto si pensa.

 

Scoperto un terremoto cosi profondo mai visto prima sotto la superficie terrestre

Il sisma, rilevato per la prima volta a giugno, è stato una piccola scossa di assestamento di un terremoto di magnitudo 8 che ha colpito le Isole Bonin al largo del Giappone continentale nel 2015. I ricercatori hanno utilizzato l’Hi -net array di stazioni sismiche, uno dei sistemi più efficaci per identificare terremoti. Il terremoto di cui stiamo parlando, era davvero piccolo e non poteva essere sentito in superficie ed era necessario l’utilizzo di ulteriori strumenti sensibili.

La profondità cosi straordinaria deve essere ancora confermata da ulteriori ricercatori, ma lo studio sembra alquanto affidabile. Tuttavia questo evento risulta essere un vero e proprio grattacapo. La maggior parte dei terremoti è superficiale o fino a 100 km sotto la superficie terrestre. Nella crosta terrestre, che è lunga oltre 20 km, le rocce sono fredde e abbastanza fragili. Quando quest’ultime sono sottoposte ad un improvviso stress si deformano prima di rompersi, rilasciando energia.

Più in profondità nella crosta e nel mantello inferiore, le rocce sono più calde e sotto pressioni più elevate, il che le rende meno inclini a rompersi. Tuttavia in questa profondità, i terremoti possono verificarsi quando le alte pressioni spingono sui pori pieni di fluido nelle rocce, costringendo i fluidi a fuoriuscire. Inoltre proprio in queste condizioni le rocce sono soggette a rotture fragili.  Questo tipo di dinamica può spiegare i terremoti che avvengono a 400 km sotto il suolo terrestre e ancora nel mantello superiore.

Come si comportano i minerali

Tuttavia, anche prima del 2015 con quel sisma, sono stati identificati terremoti ad ulteriori profondità del suolo terrestre. A quella profondità, tutta l’acqua dovrebbe essere allontanata, e siamo decisamente molto, molto lontani da dove vedremmo il classico comportamento fragile. Questo è stato un vero e proprio dilemma. Il problema di questi terremoti cosi profondi è il modo in cui i minerali si comportano sotto pressione. La maggior parte del mantello del nostro pianeta sono ricoperte da un minerale, chiamato olivina. Chilometri più in basso le pressioni hanno causato gli atomi di olivinaper riorganizzare in una struttura diversa, un minerale bluastro, chiamato wadsleyite.

I geoscienziati non riescono ad indagare cosi nel profondo della Terra e hanno bisogno di strumenti più sensibili per ricreare pressioni estreme e creare questi cambiamenti in superficie. Poiché le onde sismiche si muovono in modo diverso attraverso le diverse fasi minerali, i geofisici possono vedere i segni di questi cambiamenti osservando le vibrazioni causate da grandi terremoti. Il nuovo terremoto di Bonin è più profondo di questa zona di transizione. Una possibilità è che il confine tra mantello superiore e inferiore non sia esattamente dove si pensava che fosse.

L’area al largo dell’isola Bonin è una zona di subduzione in cui una lastra di crosta oceanica si tuffa sotto una lastra di crosta continentale. Questo genere di cose tende ad avere un effetto di deformazione. Questa zona potrebbe essersi essenzialmente depositata sul mantello inferiore abbastanza saldamente da mettere le rocce lì sotto un’enorme quantità di stress, generando abbastanza calore e pressione da causare una rottura molto insolita. Qualunque sia la causa del terremoto non è detto che avvenga in futuro. Solo circa la metà delle zone di subduzione in tutto il mondo subisce anche terremoti profondi, e il tipo di grande terremoto che ha preceduto questo ultra-profondo si verifica solo ogni due o cinque anni, in media.

Foto di Dhito 10 da Pixabay

Marco Inchingoli

Nato a Roma nel 1989, Marco Inchingoli ha sempre nutrito una forte passione per la scrittura. Da racconti fantasiosi su quaderni stropicciati ad articoli su riviste cartacee spinge Marco a perseguire un percorso da giornalista. Dai videogiochi - sua grande passione - al cinema, gli argomenti sono molteplici, fino all'arrivo su FocusTech dove ora scrive un po' di tutto.

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