Travis Kalanick martedì scorso ha lasciato il ruolo di CEO di Uber, la nota applicazione nata nel 2009 e diventata nel giro di poco tempo un vero e proprio colosso dei trasporti. Da tempo andava avanti il forcing degli azionisti, al numero uno non è rimasta altra opzione che fare un passo indietro e abbandonare il timone dell’azienda.
Questo non significa però che Kalanick lascerà definitivamente la ditta: “Amo Uber più ogni altra cosa al mondo – ha dichiarato – e in questo difficile momento della mia vista ho accettato la richiesta degli investitori in modo da consentire all’azienda di costruire invece di essere coinvolta in un’altra battaglia”.
Kalanick non è più il CEO di Uber
Periodo convulso per Uber, che poche settimane fa ha visto la revoca del blocco del servizio Black in Italia dopo un lungo braccio di ferro con i tassisti nostrani. Questa volta a fare notizia e una battaglia tutta interna all’azienda, nell’occhio del ciclone dopo il coinvolgimento di Emil Micheal in uno scandalo relativo a molestie sessuali.
Micheal, braccio destro di Kalinick, ha lasciato la poltrona poco tempo fa e insieme a lui se ne sono andati altri 20 dirigenti, una situazione complicatissima. L’ormai ex CEO ha dichiarato di voler prendere un periodo di pausa, senza specificarne la lunghezza, l’auspicio è quello di ripresentarsi al pubblico con un “Kalinick 2.0 in grado di dirigere una Uber 2.0”.
Fonte: nytimes.com