Un team di ricercatori ha individuato un’insolita concentrazione dell’isotopo radioattivo berillio-10 (¹⁰Be) sul fondale dell’Oceano Pacifico. Questo elemento si forma nell’atmosfera terrestre quando i raggi cosmici interagiscono con ossigeno e azoto e poi si deposita negli oceani attraverso le precipitazioni.
La quantità di ¹⁰Be rilevata in uno strato di sedimenti marini risalente a 10 milioni di anni fa è quasi il doppio di quanto ci si aspetterebbe in condizioni normali. Questo dato anomalo potrebbe avere implicazioni significative per la geologia e l’astrofisica.
Le possibili cause dell’anomalia
Gli scienziati hanno ipotizzato due principali spiegazioni per questa concentrazione inaspettata:
- Un evento astrofisico straordinario: Una supernova vicina potrebbe aver aumentato l’intensità dei raggi cosmici che hanno raggiunto la Terra, intensificando la produzione di ¹⁰Be nell’atmosfera.
- Cambiamenti oceanografici: Le correnti marine potrebbero aver alterato la distribuzione del berillio nei sedimenti, causando un accumulo anomalo in questa particolare regione del Pacifico.
Se l’ipotesi della supernova fosse confermata, fornirebbe una prova diretta dell’impatto degli eventi cosmici sulla Terra e sul suo clima.
Un possibile cambiamento nei metodi di datazione
Attualmente, non esistono marcatori temporali universali per periodi di milioni di anni. Tuttavia, se simili anomalie venissero trovate in altre regioni oceaniche, potrebbero diventare riferimenti chiave per sincronizzare più accuratamente i dati geologici marini e terrestri.
Questa scoperta potrebbe quindi modificare le tecniche utilizzate per datare le formazioni geologiche, migliorando la nostra comprensione della storia terrestre e dell’influenza degli eventi cosmici sul nostro pianeta.
Le prossime fasi della ricerca
Gli scienziati stanno ora cercando altre regioni con accumuli simili di ¹⁰Be per verificare se il fenomeno sia globale. Se il pattern verrà confermato, si apriranno nuove strade per lo studio della cronologia geologica e dell’interazione tra Terra e spazio.
Questa anomalia potrebbe quindi rappresentare una svolta nella comprensione dell’evoluzione geologica del nostro pianeta, dimostrando ancora una volta come gli eventi cosmici possano lasciare segni duraturi sulla Terra.
Foto di Robert Boston su Unsplash