Un’autostrada celeste può fornire viaggi spaziali più rapidi e sicuri

Un gruppo di scienziati ha rivelato una cosiddetta autostrada celeste nello spazio, che può consentire anche viaggi molto più veloci

autostrada celeste

Sul nostro pianeta le autostrade consentono agli esseri umani di spostarsi da un luogo all’altro in un arco di tempo più breve. Nel nostro sistema solare, i collettori spaziali generati dal pianeta agiscono come autostrade celesti dove piccoli asteroidi, comete e astronavi possono fare un giro su un’ipotetica corrente a getto. Ma in cosa consistono nel dettaglio queste vie spaziali? E possiamo percorrerle anche noi con la nostra tecnologia spaziale?

Secondo un recente studio pubblicato su Science Advances, è stata rilevata una nuova rete di queste varietà che si estende dalla cintura degli asteroidi a Urano ed oltre. Insieme, la struttura di queste varietà può essere vista come una “autostrada celeste” nel nostro sistema solare.

 

L’autostrada celeste presente nello spazio

“Abbiamo osservato alcune rotte che transitano da Giove a Nettuno in meno di 10 anni”, ha detto Nataša Todorović, ricercatrice principale dello studio. Ancora più emozionante, Todorović ha aggiunto: “Credo che potrebbe consentire viaggi spaziali più veloci”. Come previsto, le varietà più forti rilevate sono collegate a Giove data la massa del pianeta, secondo lo studio. È interessante notare che queste varietà forti legate a Giove hanno “un controllo profondo sui piccoli corpi su una gamma ampia e precedentemente non considerata di energie a tre corpi.” In altre parole, ci si aspetta che abbiano molta influenza nello spazio.

Aaron Rosengren, professore di ingegneria meccanica e aerospaziale presso l’Università della California-San Diego, ha affermato che un’analogia appropriata della loro scoperta è un “abisso particolarmente potente o flussi a getto di spazio, che possono consentire un trasporto più rapido ed economico in tutto il Sistema Solare”. Potrebbe quindi essere possibile sfruttare queste autostrade celesti per raggiungere l’orbita in tempi notevolmente ridotti.

Foto di Linus Schütz da Pixabay