Negli ultimi anni, la scienza ha intensificato gli sforzi per comprendere e prevenire la demenza, una condizione che colpisce milioni di persone in tutto il mondo. Un recente studio condotto nel Regno Unito ha portato alla luce un legame sorprendente: il vaccino contro l’herpes zoster, noto anche come fuoco di Sant’Antonio, potrebbe offrire una protezione indiretta — o forse diretta — contro lo sviluppo della demenza.
La ricerca, pubblicata su una rivista scientifica peer-reviewed, ha analizzato i dati sanitari di centinaia di migliaia di persone anziane. I risultati mostrano che coloro che hanno ricevuto il vaccino contro l’herpes zoster avevano un rischio significativamente ridotto di sviluppare demenza rispetto ai non vaccinati. La riduzione del rischio si aggira intorno al 20%, un dato che ha suscitato grande interesse nella comunità medica.
Herpes zoster e demenza: il vaccino può proteggere anche il cervello?
L’herpes zoster è causato dalla riattivazione del virus della varicella, che rimane latente nell’organismo dopo l’infezione infantile. In età avanzata, può riemergere, causando un’eruzione dolorosa e, in alcuni casi, complicanze neurologiche. Secondo gli scienziati, la vaccinazione potrebbe aiutare a ridurre l’infiammazione sistemica e l’attivazione immunitaria cronica, due fattori noti per contribuire al declino cognitivo.
Ma l’aspetto più affascinante dello studio è che l’effetto protettivo del vaccino sembra andare oltre la semplice prevenzione del virus. I ricercatori ipotizzano che il vaccino possa stimolare una risposta immunitaria generale in grado di proteggere anche il cervello, o agire su meccanismi molecolari coinvolti nei processi neurodegenerativi.
Nonostante i risultati promettenti, gli scienziati sottolineano che è ancora presto per trarre conclusioni definitive. Il legame osservato è di tipo osservazionale: ciò significa che esiste una correlazione, ma non è ancora chiaro se il vaccino abbia un effetto causale diretto nel ridurre il rischio di demenza. Altri fattori, come lo stile di vita o l’accesso alle cure sanitarie, potrebbero aver influenzato i risultati.
Un’arma potente anche contro le malattie più complesse
Tuttavia, questi dati rappresentano un importante stimolo per avviare studi clinici più approfonditi. Se l’ipotesi venisse confermata, il vaccino contro l’herpes zoster, già raccomandato per la popolazione over 65, potrebbe diventare uno strumento chiave anche nella strategia di prevenzione contro la demenza, affiancando l’attività fisica, la dieta equilibrata e il controllo dei fattori di rischio cardiovascolare.
Nel frattempo, gli esperti consigliano alle persone anziane di considerare seriamente la vaccinazione contro l’herpes zoster, non solo per evitare le dolorose complicazioni del fuoco di Sant’Antonio, ma anche per i potenziali benefici cognitivi. La prevenzione, ancora una volta, si conferma un’arma potente anche contro le malattie più complesse.
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