Il vaiolo della scimmie, ora chiamato anche Mpox, sta tornando a preoccupare dopo diversi mesi di nulla. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha infatti dichiarato un’emergenza sanitaria pubblica di interesse internazionale. I motivi di questo passo sono sostanzialmente, l’aumento dei casi in Africa, nello specifico in Repubblica Democratica del Congo, ma anche la comparsa del primo caso ufficiale diagnosticato in Svezia. Questo allarme non è semplicemente una mossa sensazionalistica, ma sblocca diversi protocolli per cercare di arginare il problema.
Il vaiolo delle scimmie al momento non è una pandemia, troppi pochi i casi al di fuori dell’Africa e anche i suddetti non sono abbastanza per poterla definire una epidemia. Prima di questo passaggio comunque, era considerata un’emergenza sanitaria pubblica a livello continentale, il primo caso del suo genere. I centri per la prevenzione e il controllo delle malattie africani hanno cercato di muoversi per impedirne l’espansione, ma è difficile farlo con tutte le risorse del mondo, figuriamoci senza di esse.
Il vaiolo delle scimmie preoccupa sempre di più
Al momento sembra che di vaiolo delle scimmie, o Mpox, ce ne siano due tipologie diverse. Quello con il più alto tasso di mortalità è il Clade I con un 10% il che implica che allo stato attuale, una volta infettati, una persona su dieci muore. Il Clade II invece ha una mortalità dell’1%, ovvero una persone ogni cento.
Uno dei problemi legati al vaiolo delle scimmie è la scarsa presenza di difese nel nostro organismo. Come il nome suggerisce, la malattia è legata al vaiolo e visto che le vaccinazioni di masse sono finite oltre 40 anni fa, i nostri anticorpi non sono preparati a contrastare la malattia.