Foto di PublicDomainPictures da Pixabay
Conosciamo tutti che le buone abitudini e uno stile di vita sano se vogliamo mantenere il nostro cuore, ma non tutti sanno che ci sono delle altre abitudini per mantenere in buona salute anche il nostro cervello, riducendo il rischio di disturbi come la demenza. Queste abitudini includono l’esercizio fisico, la dieta e secondo quanto riportato da un nuovo studio assicurarsi di assumere in maniera sufficiente i giusti livelli di vitamina D ogni giorno.
Avere bassi livelli di vitamina D è associato ad un volume cerebrale più piccolo e a un maggior rischio di sviluppare demenza. Quasi il 20% dei casi di demenza potrebbe essere prevenuto mantenendo il livello di vitamina D in una gamma sana. I ricercatori hanno analizzato i dati di oltre 290.000 persone, confrontando i livelli di vitamina D e l’imaging cerebrale. Inoltre hanno misurato le dimensioni della materia grigia, quella bianca e dell’ippocampo, che è la parte del cervello responsabile delle funzioni esecutive come la memoria.
I partecipanti che avevano un livello geneticamente più alto di vitamina D avevano un rischio di demenza ridotto, con le probabilità di demenza che diminuivano con concentrazioni più elevate della vitamina, fino a 50 nmol/L, dopodiché i benefici erano meno marcati. Da tempo conosciamo l’importanza di questa vitamina per la nostra salute, compreso il sistema immunitario e le ossa, ma riguardo questa faccenda non è stato studiato molto. La vitamina D è un precursore dell’ormone che è sempre più riconosciuto per gli effetti diffusi, anche sulla salute del cervello, ma fino ad ora è stato molto difficile esaminare cosa accadrebbe se potessimo prevenire la carenza di vitamina D.
In alcuni contesti, in cui la carenza di vitamina D è relativamente comune, i risultati hanno importanti implicazioni per i rischi di demenza. Infatti, nella popolazione hanno osservato che fino al 17% dei casi di demenza avrebbe potuto essere evitato aumentando la vitamina D a livelli entro un intervallo normale. Sia la demenza che i livelli bassi di vitamina D sono abbastanza comuni; si stima che il 40% della popolazione abbia questa tipologia di demenza e oltre 5,8 milioni di persone soffre di Alzheimer e demenza, un numero che è destinato a crescere con l’invecchiamento.
Se siamo in grado di cambiare questa realtà assicurandoci che nessuno di noi sia gravemente carente di vitamina D, avremmo anche ulteriori benefici e potremmo cambiare la salute e il benessere di migliaia di persone. È probabile che la maggior parte di noi stia bene, ma per chiunque per qualsiasi motivo potrebbe non ricevere abbastanza vitamina D dal sole, le modifiche alla dieta potrebbero non essere sufficienti e potrebbe essere necessaria un’integrazione.
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