Voyager 2: la NASA ha trovato il modo di farla funzionare per altri 3 anni

Date:

Share post:

Nonostante la sonda Voyager 2 sia già nello spazio da 45 anni e si trovi a ben 19 miliardi di chilometri dalla Terra, sembra che la NASA abbia appena trovato un modo per mantenerla in vita per altri 3 anni.

Ancora una volta dunque la NASA riesce a rinviare l’estremo saluto alla straordinaria Voyager 2. Stavolta ci è riuscita hackerando una fonte di alimentazione di riserva che consentirà alla sonda di funzionare per altri 3 anni, ovvero fino al 2026.

 

Voyager: da 45 anni nello spazio per noi

Durante la loro lunghissima permanenza nello spazio, le sonde gemelle Voyager 1 e 2, hanno fornito un’impressionante quantità di importantissimi dati. Ora, 45 anni dopo il loro lancio, avvenuto ad un mese di distanza l’una dall’altra nel 1977, le sonde viaggiano nello spazio interstellare, a 19 e 22 miliardi di chilometri dalla Terra. Tra i loro record dunque, le sonde Voyager possono vantare anche di essere gli oggetti creati dall’uomo più lontani nello spazio.

E come spiega Linda Spilker, scienziata del progetto Voyager presso il Jet Propulsion Laboratory (JPL) della NASA, “i dati scientifici che le Voyager stanno restituendo, diventano più preziosi quanto più si allontanano dal Sole. Siamo decisamente interessati a mantenere in funzione il maggior numero di strumenti scientifici il più a lungo possibile”.

Quando partirono nel 1977, inizialmente doveva essere solo per una missione di quattro anni per superare Saturno e Giove. Con loro portavano una registrazione incisa su un disco d’oro con informazioni e indizi sulla Terra per eventuali popolazioni aliene.

Le sonde non hanno mai incontrato gli alieni fino ad ora, ma di certo hanno superato ogni più rosea aspettativa della NASA. Le missioni Voyager sono state infatti continuamente estese, prima solo verso Nettuno e Urano, poi spingendosi più lontano di qualsiasi altra sonda, ovvero spingersi oltre l’eliosfera, la dove il Sistema Solare lascia posto allo spazio profondo.

L’eliosfera è infatti una sorta di bolla di particelle e campi magnetici che si estendono dal Sole e che difende il Sistema Solare e, dunque anche la Terra, dalle radiazioni cosmiche galattiche. E le due sonde si trovano ora al di fuori della bolla, da dove possono fornirci informazioni senza precedenti sulle sue proprietà, come la sua forma e il suo ruolo protettivo.

 

Ecco come la NASA è riuscita a dare energia per altri 3 anni

Proprio per l’importanza delle informazioni che ci arrivano dalle sonde Voyager, la NASA vuole cercale di tenerle ancora in attività. E per riuscirci ha hackerato il sistema di alimentazione della longeva Voyager 2.

Le sonde sono alimentate da generatori che convertono il calore del plutonio in decadimento in elettricità. Man mano che questa fonte di energia si indebolisce, gli ingegneri della NASA hanno dovuto spegnere gli strumenti non essenziali, come le telecamere e i riscaldatori delle sonde, per risparmiare energia.

Mentre Voyager 2 stava iniziando a dare fondo alle sue ultime riserve di energia, gli ingegneri della NASA hanno trovato un modo per farle risparmiare energia e viverre più a lungo, “rubando” energia da un meccanismo di sicurezza progettato per difendere gli strumenti da sbalzi di tensione.

Come spiega infatti Suzanne Dodd, project manager di Voyager al JPL, “le tensioni variabili rappresentano un rischio per gli strumenti, ma abbiamo stabilito che si tratta di un piccolo rischio e l’alternativa offre una grande ricompensa per poter mantenere gli strumenti scientifici accesi più a lungo. Stiamo monitorando il veicolo spaziale da alcune settimane e sembra che questo nuovo approccio stia funzionando”.

La NASA potrebbe prendere in considerazione di ripetere la stessa procedura anche su Voyager 1 che inoltre, a causa di un malfunzionamento di uno degli strumenti, non dovrebbe aver consumato tanta energia quanto Voyager 2.

Ph. Credit: NASA – NSSDC NASA public domain image

Valeria Magliani
Valeria Magliani
Instancabile giramondo, appassionata di viaggi, di scoperte e di scienza, ho iniziato l'attività di web-writer perché desideravo essere parte di quel meccanismo che diffonde curiosità e conoscenza. Dobbiamo conoscere, sapere, scoprire e viaggiare, il più possibile. Avremo così una vita migliore, in un mondo migliore.

Related articles

Cannabis e psicosi negli adolescenti: i percorsi metabolici alla base del rischio

L'uso della cannabis in adolescenza è da tempo associato a un aumento del rischio di sviluppo psicosi, ma...

Il Limite del Caos del Cervello: Verso Chip per Computer Ultraefficienti

Il cervello umano è un sistema straordinario che opera al limite tra ordine e caos, un punto in...

Rispondi al sondaggio e vinci il premio: attenzione all’e-mail truffa

Avete ricevuto un'e-mail in cui vi viene comunicato che siete stati selezionati per partecipare ad un sondaggio e...

Desiderio di zuccheri e genetica: è possibile riscrivere le nostre preferenze alimentari?

Il desiderio per i cibi zuccherati è una caratteristica comune negli esseri umani, profondamente radicata nella nostra biologia...