Whatsapp: Facebook deve dare spiegazioni all’Antitrust

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Facebook ha recentemente introdotto una nuova policy per il trattamento delle informazioni personali, da realizzarsi di comune accordo con la piattaforma di messaggistica Whatsapp Messenger. Una situazione che ha posto le basi per un intervento dell’Unione Europea in materia di privacy.

I dati carpiti dalle piattaforme, infatti, devono essere giustificati nelle modalità di impiego ed in tal senso l’Antitrust richiede maggior chiarezza dopo che, nel corso di una recente intervista, il Commissario UE, Margrethe Vestager, ha chiesto di porre in indagine il comportamento adottato dagli interessati in merito ai dati raccolti ed alla pubblicità da farsi in relazione ad altri servizi Facebook.

In origine, infatti, Mark Zuckerberg si era detto disposto ad una non correlazione incrociata dei dati raccolti dalle due piattaforme. Una situazione che di certo non viene ora vista di buon occhio dalla Commissione d’inchiesta. Anche in analoghe precedenti situazioni, di fatto, si è assistito alle lamentele del governo tedesco che ha messo in luce l’incoerenza delle parti nel trattamento delle informazioni.

A partire da Agosto 2016, infatti, Whatsapp adotta una nuova politica di raccolta dati congiunta con Facebook cui siamo venuti a conoscenza tramite il famoso popup informativo che poneva in essere la necessità di porre una modifica ai termini del servizio e quindi in merito anche alla privacy, ora minata dalla possibilità di incrociare i dati tra le piattaforme e delineare quindi un profilo completo da utilizzarsi poi a scopi terzi.Facebook

Lo stesso Whatsapp team, ad ogni modo, ha tentato in qualche modo di fornire una mezza spiegazione in merito alla scelta, la quale, a detta degli interessati, non condurrà a condivisione di informazioni sensibili come numeri di telefono e messaggi che, secondo l’introduzione della crittografia punto-punto, rimarranno isolati da sguardi indiscreti. Anche Facebook, da parte sua, ha cercato di fornire un resoconto sull’accaduto, giustificando il metodo d’azione con la necessità di avere una statistica di utilizzo periodica del servizio volta al miglioramento delle funzioni future.

Federica Vitale
Federica Vitalehttps://federicavitale.com
Ho studiato Shakespeare all'Università e mi ritrovo a scrivere di tecnologia, smartphone, robot e accessori hi-tech da anni! La SEO? Per me è maschile, ma la rispetto ugualmente. Quando si suol dire "Sappiamo ciò che siamo ma non quello che potremmo essere" (Amleto, l'atto indovinatelo voi!)

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