È arrivata l’estate e, con la bella stagione, sono arrivate immancabili le zanzare. Ma quella 2020 è pur sempre l’estate del Covid-19. E ci sta quindi il timore che, oltre a provocarci qualche fastidiosa puntura, gli insetti possano anche trasmetterci il temuto coronavirus.
La scienza, però, ci dice che questo rischio è escluso: non ci si ammala di coronavirus venendo punti da una zanzara, che sia una zanzara tigre o normale. Lo studio sul rapporto tra zanzare e coronavirus è stato dato dall’Istituto Zooprofilattico delle Venezie, e poi confermato con un comunicato ufficiale dall’Istituto Superiore della Sanità.
Sono stati infatti i due enti, con un protocollo condiviso, ad effettuare lo studio, programmato più di un mese fa. “Prima di passare alle prove di infezione abbiamo dovuto allevare le zanzare in numero adeguato e preparare il virus in una concentrazione ideale per somministrarlo alle zanzare stesse”, spiega Fabrizio Montarsi, biologo del laboratorio di Parassitologia dell’Izs delle Venezie.
Il sangue infetto è stato somministrato agli insetti con alimentatori esclusivamente artificiali, senza ricorrere ad altri animali cavia infettati in laboratorio. Gli esperimenti, durati un paio di settimane e svolti in condizioni di assoluta sicurezza, sono stati effettuati, applicando la stessa metodologia, in parallelo a Legnaro e all’Iss. I risultati sono stati confrontati, scambiando i relativi campioni per un’analisi incrociata, in grado di portare a un dato scientifico robusto.
I risultati sono abbastanza chiari. Il fatto che le zanzare non fossero in grado di trasmettere il Covid-19 era una cosa che già si ipotizzava. Questo perché non si è mai avuta alcuna evidenza scientifica che le zanzare potessero trasmettere un virus respiratorio, come i vari coronavirus.
La semplice probabilità, però, non poteva bastare. E quindi hanno verificato la teoria in maniera sperimentale, per dare una risposta con la certezza di uno studio specifico alla domanda di partenza. Arriva il caldo e con esso le zanzare, che succhiano il sangue: può essere questa una fonte di rischio ulteriore per la diffusione del virus?.
Tuttavia perché le zanzare non sono veicoli di infezione del coronavirus? I virus sono organismi che si adattano in diverse modalità di trasmissione. E i coronavirus, compreso il Covid-19, si è adattato alla trasmissione via aerosol, colpendo le vie respiratorie.
Altri virus, invece, si sono adattati in maniera diversa, per essere cioè trasmessi attraverso vettore, usando ovvero l’animale/artropode come mezzo di trasmissione. Il coronavirus, dunque, non ha avuto motivo di cercare altre vie alternative all’aerosol.
Anche la scelta di testare la trasmissibilità del coronavirus attraverso le zanzare piuttosto che con altri insetti è frutto di una ben precisa scelta. Tra gli insetti che succhiano il sangue, la zanzara è diffusa in gran numero di esemplari, anche nelle città. Per di più vola, per cui è l’insetto che ha più probabilità di pungere più persone. Di conseguenza, è decisamente il modello più interessante per lo studio. Ma possiamo stare tranquilli, allora con altri tipi simili di insetti?
I risultati ottenuti sulla zanzara e quelli eventuali su altri insetti sono faccende diverse. Ma possiamo tranquillizzare: è assai improbabile che uno di questi altri insetti faccia un “pasto” di sangue su un umano e poi ne punga un altro. Le pulci, preferiscono altri animali e pungono l’uomo solo accidentalmente. Le zecche, vivono solo nei boschi; anche se pungono un uomo, come farebbero a pungerne un altro, in zone così poco frequentate?.
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