Bennu: gli straordinari risultati delle analisi del campione

Date:

Share post:

Soltanto ieri, 11 ottobre 2023, i la NASA ha tenuto una conferenza al Johnson Space Center a Houston, dove membri della leadership della missione e dell’agenzia spaziale statunitense e scienziati hanno mostrato al mondo il materiale raccolto sull’asteroide Bennu per la prima volta da quando è atterrato lo scorso 24 settembre.

 

Il campione atterrato da poco sulla Terra

Una valutazione preliminare del team scientifico OSIRIS-REx (Origins, Spectral Interpretation, Resource Identification and Security – Regolith Explorer), sul campione di asteroide Bennu di 4,5 miliardi di anni, raccolto nello spazio e portato sulla Terra dalla NASA, mostrano prove di un alto contenuto di carbonio e acqua, che insieme potrebbero indicare che gli elementi costitutivi della vita sulla Terra potrebbero essere trovati nella roccia.

Come afferma l’amministratore della NASA Bill Nelson, “il campione OSIRIS-REx è il più grande campione di asteroide ricco di carbonio mai riportato sulla Terra e aiuterà gli scienziati a indagare sulle origini della vita sul nostro pianeta per le generazioni a venire”.

Sebbene siano necessari ulteriori sforzi e nuove indagini per comprendere la natura dei composti del carbonio trovati, la scoperta iniziale fa ben sperare per le future analisi del campione di Bennu. I segreti racchiusi nelle rocce e nella polvere dell’asteroide saranno studiati per decenni a venire, offrendo spunti su come si è formato il nostro Sistema Solare e su come i materiali precursori della vita potrebbero essere stati seminati sulla Terra.

 

Materiale extra dalla superficie di Bennu

L’obiettivo della raccolta del campione OSIRIS-REx era di 60 grammi di materiale proveniente dall’asteroide. Ma gli esperti della NASA, che lavorano in camere bianche (stanze o strutture ad atmosfera controllata la cui caratteristica principale è la presenza di aria molto pura, cioè a bassissimo contenuto di microparticelle di polvere in sospensione) costruite appositamente per la missione, hanno impiegato ben 10 giorni a smontare attentamente la capsula e accedere al campione sfuso all’interno.

Le operazioni sono state infatti rallentate dal fatto che, alla prima apertura del contenitore, gli scienziati hanno scoperto materiale bonus proveniente da Bennu che copriva l’esterno della testa del collettore, del coperchio del contenitore e della base.

 

C’è acqua e carbonio nei campioni: i mattoni della vita nella roccia

Nelle prime due settimane, gli scienziati hanno eseguito analisi “rapide” di questo materiale extra, raccogliendo immagini da un microscopio elettronico a scansione, misurazioni a infrarossi, diffrazione di raggi X e analisi di elementi chimici. La tomografia computerizzata a raggi X è stata utilizzata anche per produrre un modello computerizzato 3D di una delle particelle, evidenziandone i diversi interni. Questo primo sguardo ha fornito la prova della presenza di abbondante carbonio e acqua nel campione.

L’importanza della missione e delle analisi del campione di Bennu, come spiega Dante Lauretta, ricercatore principale di OSIRIS-Rex dell’Università dell’Arizona, risiede nel fatto che “mentre scrutiamo gli antichi segreti conservati nella polvere e nelle rocce dell’asteroide Bennu, stiamo sbloccando una capsula del tempo che ci offre profonde intuizioni sulle origini del nostro Sistema Solare. L’abbondanza di materiale ricco di carbonio e l’abbondante presenza di minerali argillosi contenenti acqua sono solo la punta dell’iceberg cosmico”.

Per i prossimi due anni, il team scientifico della missione continuerà a caratterizzare i campioni e a condurre le analisi necessarie per raggiungere gli obiettivi scientifici della missione. La NASA conserverà almeno il 70% del campione presso il Johnson Space Center per ulteriori ricerche da parte di scienziati di tutto il mondo, comprese le future generazioni di scienziati. Ulteriori campioni verranno prestati invece nel corso dell’autunno allo Smithsonian Institution, allo Space Center di Houston e all’Università dell’Arizona per essere esposti al pubblico.

Fonte: NASA

Ph. Credit: NASA/Erika Blumenfeld & Joseph Aebersold

Valeria Magliani
Valeria Magliani
Instancabile giramondo, appassionata di viaggi, di scoperte e di scienza, ho iniziato l'attività di web-writer perché desideravo essere parte di quel meccanismo che diffonde curiosità e conoscenza. Dobbiamo conoscere, sapere, scoprire e viaggiare, il più possibile. Avremo così una vita migliore, in un mondo migliore.

Related articles

Neuroscienza dello shopping: cosa ci spinge a comprare?

Le nostre scelte d'acquisto non sono mai completamente razionali. Dietro ogni decisione di acquisto, infatti, si nasconde un...

Recensione Synology BeeStation: il prodotto per creare un cloud personale

Synology è azienda conosciuta in tutto il mondo per la produzione di dispositivi legati al segmento NAS, di cui vi...

Una svolta nella ricerca dei numeri primi: scoperto un nuovo metodo

La matematica dei numeri primi, da sempre fonte di fascino e mistero, ha appena compiuto un importante passo...

Offerte di Natale Amazon: ecco le migliori proposte

Siete alla ricerca del regalo di Natale perfetto, ma non avete tempo di girare per negozi? Amazon arriva...