Alcuni scienziati sono riusciti ad identificare l’area del cervello umano che ci separa nettamente dai primati.
Sembrerebbe essere l’anello mancante complice dell’evoluzione. Con le scimmie (i nostri parenti animali più prossimi) l’essere umano condivide il 99,5% del nostro DNA. Lo 0,5% non condiviso fa la grande differenza tra le due specie. Differenze fisiche e relative all’intelligenza.
A livello molecolare, gran parte delle aree del nostro cervello sono molto simili a quelle dei primati in termini di struttura e funzioni. Alcune regioni del cervello umano, però, sono differenti. Differenti come?
Lo spiega un recente studio condotto da un team dell’Università di Yale che, oltre a mostrare le regioni diverse del nostro cervello rispetto ai primati, spiega in cosa consistono queste differenze.
Si tratta di diversità genetiche, marcatori nell’evoluzione del cervello umano che hanno sviluppato le nostre capacità cognitive superiori.
Uomo e primati: il cervello umano ha più cellule e funzionano diversamente
Lo studio pubblicato il 23 novembre sulla rivista Science si basa su un’analisi senza precedenti, diversa da quella in scala del tessuto cerebrale di esseri umani, scimpanzé e scimmie.
Da questo esame è stato scoperto che il cervello umano non è soltanto una versione accresciuta di quello dei primati ma un organo ricco di sorprendenti differenze.
“Il nostro cervello è tre volte più grande, ha molte più cellule e, di conseguenza, una maggiore potenza di elaborazione rispetto allo scimpanzé o alla scimmia” ha spiegato durante un comunicato stampa sul sito YaleNews Andre MM Sousa, ricercatore e co-autore dello studio.
Oltre alla maggiore quantità di cellule, esiste una diversità tra uomo e primati nel modo in cui le singole cellule funzionano formando connessioni – ha aggiunto Sousa.
Striato e cervelletto: viaggio al centro del cervello umano
Lo studio, ha scoperto sorprendenti somiglianze di espressione genica tra le varie specie di primati in 16 regioni del cervello. Sono state notate, per la prima volta, somiglianze nella corteccia prefrontale (associata a funzioni intellettuali di tipo superiore) in campioni tissutali di primati diversi.
L’area specifica del cervello umano è lo striato, associata al movimento, che ci consente di camminare eretti. Questa zona del cervello umano è localizzata nei gangli basali subcorticali del proencefalo. A che serve? Contribuisce a coordinare vari aspetti della cognizione umana (pianificazione motoria e di azione) e supporta il processo decisionale, la motivazione, il potenziamento della percezione.
Il gruppo di ricercatori ha anche riscontrato differenze all’interno di altre regioni come il cervelletto, una delle prime aree del cervello umano che si è evoluta. È considerata una delle più antiche componenti sviluppate dell’attuale cervello umano.
ZP2, TH e MET: tre geni al centro dello studio
In fase di studio, i ricercatori hanno anche scoperto un gene, lo ZP2, attivo solo nel cervelletto umano. In precedenza, questo gene, era collegato alla selezione di spermatozoi da parte degli ovuli umani.
“Non sappiano cosa ci faccia lì” ha ammesso il ricercatore Ying Zhu.
Gli scienziati hanno anche analizzato il gene TH, che serve a produrre dopamina nel cervello umano. Questo neurotrasmettitore è essenziale nel funzionamento di ordine superiore: il suo lento declino è responsabile della malattia di Parkinson che causa la progressiva perdita di controllo del corpo.
E’ stato scoperto che il gene TH, presente nella neocorteccia e nello striato umani, è praticamente assente nella neocorteccia degli scimpanzé.
“E’ probabile che l’espressione neocorticale di questo gene sia andata persa in un antenato comune e sia, poi, riapparsa nel lignaggio umano” ha riferito Sousa nel rapporto.
Inoltre, rispetto ai primati testati, sono stati riscontrati livelli più alti di espressione del gene MET (associato al disturbo dello spettro autistico) nella corteccia prefrontale umana.