Il misterioso Segnale Wow, captato nel 1977 dagli astronomi del radiotelescopio Big Ear in Ohio, è stato per decenni al centro di speculazioni e dibattiti riguardo alla possibile esistenza di intelligenze extraterrestri. Tuttavia, una nuova ricerca suggerisce che l’origine del segnale, che tanto aveva entusiasmato i sostenitori della vita aliena, potrebbe avere una spiegazione completamente naturale.
Il Segnale Wow era un segnale radio estremamente potente e a banda stretta che durò per 72 secondi, corrispondente alla finestra di osservazione del telescopio. La sua frequenza era in linea con quella dell’idrogeno neutro, un parametro che gli scienziati considerano ideale per eventuali comunicazioni extraterrestri. Per decenni, si è ipotizzato che potesse trattarsi di una trasmissione inviata da una civiltà aliena avanzata.
Recentemente, una squadra di ricercatori guidata da Abel Méndez dell’Università di Porto Rico ha pubblicato uno studio che offre una nuova prospettiva. Analizzando i dati raccolti dal Radiotelescopio di Arecibo tra il 2017 e il 2020, i ricercatori hanno rilevato segnali simili al Segnale Wow, ma di intensità inferiore. Questi segnali, osservati vicino alla linea dell’idrogeno, sembrano essere il risultato di eventi astrofisici naturali piuttosto che di una trasmissione artificiale.
Secondo gli autori dello studio, il Segnale Wow potrebbe essere stato generato da un improvviso e raro evento di bagliore maser, un fenomeno in cui una nube di idrogeno neutro viene stimolata a emettere radiazioni intense da una sorgente di energia come una stella di neutroni o un magnetar. La particolare intensità del segnale registrato nel 1977 sarebbe quindi dovuta all’allineamento perfetto tra la sorgente, la nube e il telescopio al momento dell’osservazione.
Questa scoperta non solo fornisce una spiegazione plausibile per l’origine del Segnale Wow, ma mette anche in luce la possibilità di nuovi falsi positivi nella ricerca di segnali extraterrestri. Se confermata, l’ipotesi dei ricercatori rappresenterebbe una svolta significativa, dimostrando che eventi naturali straordinari possono produrre segnali che, a prima vista, potrebbero essere interpretati come tecnofirme di civiltà aliene.
Questa rivelazione ridimensiona una delle più grandi speranze nella ricerca SETI, ma apre nuove opportunità per comprendere meglio le dinamiche dei fenomeni astrofisici rari e complessi, offrendo una nuova finestra sullo studio dell’universo e dei suoi misteri ancora irrisolti.